Riferiscono medici delle strutture di Pronto Soccorso e dei reparti Covid che capita loro non di rado di incontrare un No Vax sul luogo di lavoro. E di sentirsi dire, con orgoglio e determinazione: "Meglio intubati che vaccinati". Il No Vax duro e puro, coerente e fiducioso in se stesso, capita che non perda la fede nonostante la prova del Pronto Soccorso, diagnosi e ricovero.
È certo che il vaccino sia il veleno che il mondo ha preparato per lui (chissà poi perché il mondo si sarebbe dovuto occupare di avvelenarlo, ma non di rado il vittimismo si alimenta di presuntuosa dilatazione dell'ego e annichilimento parallelo della realtà) e quindi resta vigile e col cavolo che si fa vaccinare. Affronta invece impavido l'intubazione.
O dice di farlo: una statistica a spanne fatta dai medici dice che sette su dieci dei no vax che si ammalano e arrivano in ospedale non è che abiurano o si pentono ma certo perdono la carica polemica, si fanno curare, smettono di dire che non esiste, che è un'influenza, che è un trucco dei poteri forti.
Tre su dieci invece offrono orgogliosamente il petto all'intubazione. Due pensieri al riguardo (i soliti angelo buono e angelo cattivo che ciascuno a un orecchio ti sussurrano tentazioni opposte): l'augurio che non tocchi loro davvero l'intubazione e l'augurio che la loro scelta sia esaudita.