di Franco Esposito
Il tema di quest’anno era incentrato su “farina e cioccolato”. Scrigno di bontà, i dolci di Natale celebrano il loro trionfo a Napoli. Graditi ai ghiottoni, guardati in cagnesco dai fissati delle diete e con grande sospetto dai nutrizionisti, si sono messi in bella mostra al Grande Hotel Vesuvio. Decima edizione dell’iniziativa inventata dall’industriale moliero Antimo Caputo, farina e derivati, il dolce meeting si propone da sempre di “rilanciare e attualizzare le specialità della tavola di una volta”.
Maestri pasticcieri a confronto. Il meglio in Campania, e non solo, tra tradizione e innovazione. “Farina e cioccolato”, il tema basico a certificare il trionfo di lievitati, babà, cassate, roccocò e mustaccioli. E anche del colesterolo e ai danni eventuali per il fegato: i sussurri e le grida dei criticoni in servizio permanente effettivi. I contestatori sempiterni del dolce.
“Le ghiottonerie regalano gioie, sono il collante perfetto di di famiglie e amici”, pronta la risposta del patron dell’evento napoletano. Antino Caputo esporta i suoi prodotti da San Giovanni a Teduccio, alle porte di Napoli, anche all’estero. “Gli ingredienti delle feste? Semplicità e gusto capaci di emozionare”.
Hanno emozionato gli artigiani del gusto, ciascuno con una propria specialità. Si sono esibiti in undici, una squadra dolce. Il meglio del meglio: il famoso Sal De Riso, Marco Infante, Salvatore Sirica, Ciro Poppella, Angelo Maria Tramontano, Luigi Biasetto, Chaira Cannavacciuolo, Michele Cannavacciuolo, Chiara Cinciaruso e Salvatore Capparelli con Raffaele Barresi.
Si è visto, ammirato, e assaggiato di tutto. Panettoni orientali, altri cioccolatosi, e muove versioni di babà e struffoli, variazioni di cassatine e mustaccioli. I dolci di Natale e il binomio vincente, “farina e cioccolato”. Titolo della decima edizione del meeting dolciario “I dolci delle Feste by Mulino Caputo”.
Arciconvinti tutti, i maestri pasticcieri, di un concetto che deriva da studi scientifici. “Il cioccolato rende più felici. La teobromina, contenuta nel cioccolato, fa ricordare al nostro cervello le prime fasi dell’innamorato”, l’invito a darci dentro col cioccolato non è napoletano, tantomeno è campano: Luigi Blasetto, Relais Dessert, è veneto e lavora a Padova. La sua proposta? Una versione dark del pandoro, con il 25% di cioccolato, arricchito con spezie e miscele di tè e lo spettacolare “Pinetto” di Biasetto. Un albero a sette strati di cioccolato mendicante con canditi e frutta secca. Un dolcissimo sballo.
Presidente dell’Accademia Maestri Pasticcieri Italiani, Sal De Riso della Costa D’Amalfi, ha presentato diverse cose e il panettone ai tre cioccolati, con gianduia, gocce di cioccolato bianco, fondente e nocciola, e il panettone Cioccoloso. Un impasto al cioccolato fondente farcito con spicchi di albicocche candite alla vainiglia.
Ciro Poppella, il padre dei Fiocchi di neve, ha proposto con altre personalissime interpretazioni dei dolci natalizi della tradizione, la sua versione degli struffoli, rivestiti con cioccolato fondente. Una roba da svenimenti. Singolari, curiose, interessanti variazioni nelle proposte di Salvatore Capparelli (il Babbatone, lievitato natalizio a sposare un bagno al rum e cioccolato); Mario Infante della Casa che porta il suo nome, la cassatina napoletana ricoperta con cioccolato fondente al 70%, e Pasquale Pesce, il pasticciere di Avella. Con la sua Cassata Avellana: pan di Spagna al cacao, ricotta al cioccolato, gocce di nocciola di Avella, pralinate, nella varietà Mortarella.
Angelo Mattia Tramontano, del Gran Caffè Napoli 1850, ha dedicato a Sofia Loren il “Donna Sofia”. Una reinterpretazione della frolla napoletana, con biscotto di semola, canditi e un rivestimento di cioccolato bianco. Decano della pasticceria campana, Sabatino Sirica ha entusiasmato con un tripudio della più classica tradizione dolciaria napoletana: il panettone con gocce di cioccolato, i suoi mustaccioli al cioccolato, i raffioli a cassata al cioccolato, i mostaccioli imbottiti al fondente, il divino amore al cioccolato bianco. Delizie per tutti i presenti, irresistibili tentazioni. E nessun riguardo per gli indici glicemici, ovviamente.
Sorpresi e stupiti assaggiatori e spettatori davanti al tronchetto (mousse al cioccolato fondente al 64%, un cuore cremoso al mango e kalamansi, un biskuit food cake, all’amaro alle erbe) di Chiara Cianciaruso, di Mon Sciu. Dolci creati per la linea “Carmine Di Donna Gennaro Esposito) le specialità preparate e presentate da Carmine Di Donna. Un panettone al cioccolato con spezie e agrumi, un cake da viaggio con grue di cacao e speziati di Natale, e un babà al cioccolato.
Tradizione e innovazione, splendide magie dolciarie realizzate con l’impiego principalmente di “farina e cioccolato”. Magnifiche dolci prelibatezze.
Mi sento male a riferirne, sono prossimo allo svenimento, uno svenimento, e voi ignari che vi siete imbarcati nella lettura? Come minimo, penso vi sia venuta una grande voglia di dolci dei tempi passati. Vecchi, antichi.