di Anonimo Napoletano
Nemmeno il Natale ferma la faida di camorra in corso a Fuorigrotta, quartiere occidentale di Napoli. La mattina dell'antivigilia, alle 11, due sicari sono entrati in azione tra la folla dello shopping natalizio. È accaduto in via Caio Duilio, all'uscita dalla galleria delle Quattro Giornate, che da Piedigrotta porta a Fuorigrotta. Nel mirino è finito un bersaglio “eccellente”, il boss Vitale Troncone, 53 anni. L'uomo si trovava nel cuore del suo feudo familiare, proprio davanti al bar caffetteria della sua famiglia. Stava parlando con un conoscente. Pare che si sia accorto che stava per succedere qualcosa, ha notato l'avvicinamento di uno grosso scooter con a bordo due uomini con caschi integrali.
Un attimo prima che il commando facesse fuoco, Troncone si è mosso di lato, e questo forse gli ha salvato la vita, almeno fino ad ora. I killer hanno esploso quattro colpi di pistola calibro 9x21, ma solo due sono andati a segno, colpendo il boss alla gamba e al volto. Poi si sono dati alla fuga tra la folla terrorizzata. Vitale Troncone è stato soccorso e trasportato prima all'ospedale San Paolo, poi, per la gravità delle ferite, è stato trasferito all'Ospedale del Mare, dove è ricoverato in terapia intensiva con prognosi riservata. La polizia ha bloccato per i rilievi l'unica arteria stradale che collega il centro di Napoli alla periferia occidentale, causando un maxi ingorgo stradale durato fino a dopo l'ora di pranzo.
Pochi dubbi sui motivi dell'agguato. È l'ennesimo atto della guerra in corso tra il clan Troncone e le famiglie “emergenti” dei Cesi-Iadonisi. Guerra che ha ripercussioni anche in altre zone di Napoli, a causa delle rispettive alleanze dei due gruppi: i Troncone legati ai Frizziero di Mergellina, i Cesi-Iadonisi ai Bianco-Baratto, egemoni nella zona dello stadio San Paolo. Tra “stese”, gambizzazioni e omicidi, la faida ormai va avanti da quasi due anni. Il primo grave episodio è stato l'omicidio di un fedelissimo di Vitale Troncone, Gaetano Mercurio, detto “sfilatino”. Prima spararono in aria sotto casa sua, come avvertimento. Pochi mesi dopo, nel marzo del 2020, Mercurio finì sotto il tiro dei killer nemici, e morì dopo un mese di agonia in ospedale.
La risposta si fece attendere un anno, e fu clamorosa. A marzo 2021 in via Leopardi, sempre a Fuorigrotta, fu ammazzato il 71enne Antonio Volpe, indicato dal pentito Enzo Carra come un manager del gruppo di camorra Cesi-Iadonisi. Passano otto mesi e, l'11 novembre scorso, sempre in via Caio Duilio, a pochi metri dall'agguato di queste ore, viene ucciso in pieno giorno Andrea Merolla “'o turco”: il 30enne era il nipote e l'autista tutto fare del boss Vitale Troncone. Il quale però, nonostante i segnali minacciosi, continuava a sentirsi al sicuro nel suo feudo. E proprio lì, a pochi metri da dove fu ucciso il nipote, è stato vittima di un agguato “fotocopia”: due uomini con casco integrale in sella a una moto e una pistola calibro 9x21. Saranno gli inquirenti a stabilire se si tratta sempre dello stesso commando e della stessa arma, ma le analogie sono certamente inquietanti. E a Fuorigrotta l'aria si fa sempre più pesante.