DI STEFANO CASINI

Se non fosse che, grazie a Dio, ho tanti amici, non avrei mai scoperto l’opera di un italiano di enorme spicco come Achille Monzani. 

É stato appunto l’Arch.Juan Ackerman, caro amico, storiografo, investigatore e dotto personaggio della Facoltá di Architettura dell’Uruguay, che, alcuni giorni fa, dopo leggere sul nostro GENTE D’ITALIA tante biografie degli italiani illustri, mi ha telefonato e mi ha detto: “Caro Stefano, non hai mai scritto sull’Architetto italiano Achille Monzani Massa e ti posso dare molta informazione”. 

Appena vista l’informazione la curiositá mi ha letteralmente mangiato il cervello e propongo ai nostri cari lettori questo contributo di un concittadino che, fra l’altro, è stato uno dei pilastri della costruzione in Uruguay.

Achille Monzani Massa nacque a Massa Carrara il 22 settembre del 1841. A 18 anni entró nella Reale Accademia Militare di Torino laureandosi come Ingegnere. 

Nel 1870, dopo essersi scontrato duramente con suo padre, decise a 29 anni, di varcare l’Oceano per arrivare in Uruguay. Fu a Montevideo che, con pazienza e dedicazione fece tutti gli esami di rivalida per diventare Ingegnere all’Universitá della República dell’Uruguay.

La sua carriera fu meteorica, vincolandosi quasi subito con uno dei piú importanti costruttori dell’epoca, di cui abbiamo giá parlato Luigi Andreoni che lo prese come mano destra nelle sue opere. Ottenne cosí la Direzione Generale per la costruzione della via ferrea della Ferrovia Centrale dell’Uruguay per la sezione Durazno Paso de los Toros nel 1884. costruendo, fra l’altro, i ponti sul fiume Mosquitos, Villasboas e Rio Negro.

La sua passione era fare il “calcolista” del cemento armato e cosí, il grande Andreoni, lo ingaggió nella sua squadra per la costruzione di una delle sue opere piú importanti: l’Ospedale Italiano Umberto 1, nonché il bellissimo palazzo Club Uruguay, nella 18 de Julio.

Ma non è tutto: Monzani era un lavoratore instancabile e gli piaceva organizzare e fondare istituzioni: fu Presidente della Scuola Italiana di Montevideo, della Societá Italiana di Mutuo Soccorso, Presidente dell’Ospedale Italiano che aveva costruito, Vicepresidente della Lega Lombarda e persino Presidente della Societá Dante Alighieri.

Assieme a Luigi Andreoni fondó una compagnia emblematica dell’Uruguay, la SALUS che poi passó, nel 1905 al gruppo Danone-Ambev.

Nel 1874 Monzani inizió un proficuo rapporto con un altro degli italiani DOC dell’Uruguay, l’Ing. Piria, fondatore di Piriapolis, di cui vi abbiamo giá raccontato la storia. Come geometra fece tutti i calcoli per il frazionamento de “El Recreo de las Piedras” di Piriapolis, poi continuó nei calcoli per innumerevoli quartieri come “Pueblo Economía” di Durazno, Quartiere Castelar, Nuova Roma, il Quartiere degli italiani e il Quartiere “Lavaderos del Este”, origine di uno dei piú popolati pezzi di Montevideo come Malvín.

Lo stesso Piria gli confidó la costruzione del suo Castello Piria e fu Monzani ad introdurre in Uruguay un metodo francese di pre-fabbricazione in cemento armato, attraverso il quale si costruí il piú importante “Conventillo” della Cittá Vecchia di Montevideo: Conventillo Lafone, con 23 stanze, 7 bagni e 12 cucine. Purtroppo questo luogo fu demolito nel 1948. Il metodo introdotto da Monzani era lo stesso promosso dai grandi Architetti Le Monier e Corquet.

Achille Monzani fu introdotto nella Massoneria in Italia, il 29 dicembre del 1888, nella Loggia “I figli dell’Unitá Italiana”. 

A Montevideo fu incorporato nella Loggia Garibaldi ottenendo i gradi dal 18 al 25, per raggiungere il massimo grado 33 nel mese di febbraio del 1896.

In quell’anno partí alla volta dell’Argentina e costruisce una casa nel Delta del Tigre, vicino al suo caro Uruguay, dove muore nel 1923.

Vogliamo di nuovo ringraziare il nostro caro amico Juan Ackerman che ci ha consentito di raccontare questa bellissima storia dell’Italiano piú sconosciuto dell’Uruguay: Achille Monzani Massa.

Purtroppo non esistono documenti fotografici di questo grande connazionale che ha costruito mezzo Uruguay. Comunque vi proponiamo alcune opere delle quali fu il calcolista.

STEFANO CASINI