Quirinale: è partito conto alla rovescia per la scelta del successore di Sergio Mattarella (il cui mandato termina il prossimo 3 febbraio). Domani, martedì 4 gennaio, il presidente della Camera Roberto Fico, nella sua qualità di presidente del Parlamento in seduta comune, comunicherà la data di inizio delle votazioni (primo scrutinio) per la scelta del nuovo Capo dello Stato. Operazioni che dovrebbero tenersi entro gennaio.
LAVORI IN CORSO A MONTECITORIO
A Montecitorio si sta lavorando febbrilmente per l'allestimento del Palazzo in vista della tornata elettorale. Nelle prossime ore è prevista una riunione del "Comitato tecnico scientifico interno", composto da dirigenti dell'amministrazione ed esperti, per iniziare a valutare le misure anti-Covid da adottare per garantire che le votazioni possano svolgersi in condizioni di massima sicurezza.
PESA L'INCOGNITA COVID
Sì, perché sulla scelta del nuovo Presidente della Repubblica, pesa (e non poco) l'incognita Covid. Attualmente, infatti, il numero dei positivi tra senatori e deputati è abbastanza basso, tuttavia un eventuale aumento dei contagi potrebbe anche avere gravi ricadute sul voto, impattando sulla rappresentanza elettorale (considerando, ovviamente, anche i delegati regionali).
QUORUM A RISCHIO CON CONTAGI
In soldoni: se le assenze dovute al virus dovessero mantenersi sui livelli di fine dicembre, o al massimo raggiungere la soglia dei 50/60 contagiati tra Camera e Senato, il quorum (la maggioranza dei due terzi nei primi tre scrutini su 1.008 grandi elettori e la maggioranza assoluta dal quarto scrutinio in poi) non subirebbe grossi scossoni. All'opposto, qualora il picco delle assenze dovesse aumentare arrivando a sfondare quota 100, il quorum potrebbe seriamente risentirne. Da qui dunque la necessità di garantire il rigido rispetto delle norme igienico-sanitarie, a tutela degli stessi grandi elettori.
DRAGHI E BERLUSCONI IN CAMPO
Sul fronte della partita elettorale vera e propria, tutto è ancora in stand-by. I partiti sono ancora lontani dall'aver stretto accordi ed i nomi più gettonati, al momento, per la poltrona del Colle, restano quelli dell'attuale premier Mario Draghi e del fondatore (nonché ex presidente del Consiglio) di Forza Italia, Silvio Berlusconi, quest'ultimo candidato (non ufficiale) del centrodestra.
PARTITI ALLE GRANDI MANOVRE
In ogni caso sta prendendo piede, tra i leader di FI, Lega e FdI, l'ipotesi di convocare un vertice della coalizione subito dopo le feste, probabilmente intorno al 14 gennaio, proprio a ridosso della riunione del Pd organizzata dal segretario Enrico Letta per il giorno 13.