Qual è la città più italiana degli Stati Uniti? È un record che si contendono diverse località in particolare del New England, una di queste è Johnston nel Rhode Island, che dei suoi quasi 30.000 abitanti il 46,7% ha radici italiche. E non c'è troppo da meravigliarsi perché anche se il Rhode Island, per superficie, è il più piccolo stato degli USA, per percentuale di italiani batte tutti gli altri 49. Infatti il 19% dei quasi 1.100.000 abitanti ha radici che vanno dal Piemonte alla Sicilia. E a Providence, la capitale, già nel 1860 c'era una piccola comunità di artigiani italiani. Una storia antica insomma con una presenza che poi, nel tempo, si è allargata in tutti i settori della società. Un contributo, quello dei nostri emigranti, determinante in maniera significativa per la crescita del Rhode Island, in ogni campo, ma Alfred Crudale, insegnante di italiano alla University of Rhode Island e la Bridgewater State University, ha voluto indagare una particolare e fondamentale branca della società, per vedere l'apporto degli italiani e dei loro discenti: la comunicazione. Così ha scritto un interessantissimo e profondamente documentato libro: 'The Voices of Italy: Italian Newspapers and Radio Programs in Rhode Island' pubblicato da Bordighera Press, piccola casa editrice di New York specializzata in autori e opere italiane e italo-americane. Un viaggio tra giornali e programmi radiofonici, come ha raccontato Emma Bartlett su Cranston Herald (cranstonline.com) cominciato nel 2017 quando durante una conferenza al John Calandra Institute a New York il professore intervenne per raccontarne la storia. E se all'inizio era stato soltanto un breve saggio, da quel momento ha
cominciato a rendersi conto che il materiale era tanto e si poteva scrivere molto più.
Così l'anno seguente ha cominciato a indagare, in maniera ancora più approfondita, scoprendo che erano stati otto i quotidiani fondati dagli italiani, davvero un numero consistente se si pensa soprattutto alle dimensioni del Rhode Island. Così è cominciato il viaggio da The Italian Echo che uscì per la prima volta nel 1897, in italiano e inglese a Italia/USA, poi Federal Hill Gazette i più conosciuti per poi arrivare a L'Alba che cominciò le sue pubblicazioni nel 1910 fondato da Marco Russo per andare avanti, come racconta la Library of Congress, a singhiozzo fino al 1931.
Ma ci sono stati anche il Corriere del Rhode Island, la Libertà, The Italian Review tutti nel primo trentennio del '900. Un fenomeno, quello della carta stampata italiana negli Stati Uniti, che nella comunità italo-americana ha avuto grandi momenti e personaggi di autentico spessore, un nome per tutti: Generoso Pope che nato ad Arpaise in provincia di Benevento l'1 aprile 1891, emigrato all'età di 15 anni, si trasformò presto in editore di successo di giornali in lingua italiana negli Stati Uniti, il più celebre Il Progresso Italo-Americano.
Ma tornando al Rhode Island, Alfred Crudale nel suo libro ha raccontato l'epopea dei giornali per poi puntare su un altro settore che ha visto (e vede ancora oggi in alcune roccaforti italo-americane) tanti nomi italiani diventare protagonisti: la radio. Così, racconta Crudale, nel Rhode Island soprattutto tre personaggi hanno scritto la storia radiofonica italo-americana: Antonio Pace, Claudio Campellone e Rolando Petrella, autentici pionieri. Pace iniziò le trasmissioni nel 1936, Campellone il più popolare, mentre Petrella segnò il primato nello stato per lo show italiano più longevo. Per Crudale, una fatica durata oltre tre anni con un lungo lavoro di ricerca con la Rhode Island Historical Library fonte primaria, ma anche contatti diretti con i discendenti dei personaggi che hanno scritto questo piccolo, ma fondamentale, pezzo di storia.
ROB.ZAN