Gioconda Torlonia: la copia è in realtà un'altra versione? L'altra Gioconda ha fatto vita ritirata per cinque secoli, basso profilo e poco esposizione, solo da un paio d'anni si mostra senza l'imbarazzo del confronto con l'originale della Monna Lisa, la parigina d'adozione.
L'altra Gioconda: nella copia Torlonia dimenticata nel deposito di Montecitorio, la mano di Leonardo? Al momento posa nella sala Aldo Moro della Camera dei deputati, provvisoriamente, perché è domiciliata ufficialmente nel deposito, dopo che nel 1925 la Galleria nazionale d'arte antica di palazzo Barberini la concesse a Montecitorio.
L'altra Gioconda potrebbe essere più di una copia, forse solo un'altra versione della altrimenti famosa Monna Lisa di Leonardo conservata al Louvre.
Esposta dopo anni, in seguito al restauro la tela sembrerebbe infatti essere stata realizzata nella bottega di Leonardo, con, inaudito, un possibile intervento del maestro. E' l'ipotesi sollevata da Maria e Antonio Forcellino, di cui dà conto Carlo Alberto Bucci su Repubblica.
Avevamo una vera Gioconda e non ce ne siamo accorti? Difficile ammetterlo per l'istituzione. Secondo la succinta scheda di presentazione degli studiosi della quadreria statale, è giusto "una copia che aspira a replicare diligentemente il suo modello". La Gioconda parigina.
Le analisi dicono altro. E' stato riscontrato che il dipinto è del '500. Che proviene dalla collezione Torlonia. E che, a giudicare dagli esami di riflettografia (radiografia a raggi infrarossi), alcune correzioni sono identiche alla Gioconda del Louvre. Insomma, sarebbe opera della mano di Leonardo. Non solo della sua bottega.
Secondo i Forcellino, più di una suggestione. "La tecnica pittorica ... è così raffinata da lasciare presupporre che lo stesso Leonardo abbia messo mano alla definizione chiaroscurale del volto dato che non si conoscono altri pittori ai quali possa essere riferito un tratto così leggero nella resa dello sfumato".