Una festa con la effe maiuscola. Da tre anni Boca Raton si è scoperta italiana come non lo era mai stata in precedenza. Grazie a Marco Capoccia, che nella vita fa il realtor, l'agente immobiliare, ma che da italiano vero ha voluto trasmettere i suoi sentimenti alla città. Boca si trova a nemmeno cento chilometri a nord di Miami, ha circa centomila abitanti e adesso, il primo sabato di febbraio di ogni anno diventa tricolore.
È l'Italian Downtown Boca Fest che per un giorno porta in città musica, sapori, clima tricolore unendo non solo italiani, italo-americani, ma anche tutti coloro, e sono stati davvero tanti, che hanno una passione, piccola o grande non importa, per il bianco-rosso-verde. Un successo sempre più crescente perchè per l'edizione 2018 si sono sfiorate le
10.000 presenze tutte concentrate dalle 4 del pomeriggio alle 10 di sera.
Stand gastronomici, ma anche culturali, presenze importanti come quella del Comites di Miami, guidato dal presidente Barbara Cornacchia, ma anche, tra le altre, la sezione di
Highland Beach di UNICO, una delle organizzazioni dedicate agli italoamericani più antiche e più grandi degli Stati Uniti. Un festival che ha compreso anche un ricevimento nella City Hall, perchè il sindaco di Boca Raton, Susan Haynie ha voluto incontrare personalmente i rappresentanti della comunità italiana.
Ma la giornata di sabato scorso ha avuto un significato ancora più profondo e suggestivo, in quanto la City Hall, l'amministrazione comunale ha ufficialmente dichiarato il 3 febbraio 'Italian Day in Boca Raton'. Una conquista importante nel calendario culturalmente fitto della città della Florida. E una volta dato il via ufficialmente al Festival, la gente, soprattutto famiglie, si è riversata nei vialetti dove erano concentrati gli stand.
E non sono nemmeno mancate le file, soprattutto, non poteva essere diversamente, dove le specialità gastronomiche maggiormente facevano avvertire la loro presenza. Ma quest'anno il Fest aveva una caratteristica particolare: si svolgeva un mese esatto prima delle elezioni politiche. Ecco allora che al Sanborn Square Park sono arrivati anche tre candidati, per un
contatto diretto con la gente che poi, in parte, potrebbe essere anche quella che riceverà a casa, tra qualche giorno, il plico del consolato, per poter votare per corrispondenza.
Una maniera di fare campagna elettorale che finalmente ci può trasportare in un clima che in Italia davvero non sanno che possa esistere ancora. Una campagna elettorale italiana all'americana, come negli Stati Uniti si era abituati, prima però delle elezioni 2016... Così abbiamo visto passeggiare, uno accanto all'altro, l'on. Francesca La Marca, esponente del
Partito Democratico e Vincenzo Arcobelli e Mario Cortellucci della lista Salvini, Berlusconi, Meloni.
E dopo aver letto quello che sta succedendo in Italia, non c'è dubbio che trascorrere un pomeriggio, in parte anche politico, ma senza veleni, attacchi frontali o peggio ancora
portati alle spalle, è stata una piccola esperienza da ricordare. Dal 2013, prima elezione, Francesca La Marca, oggi capolista per l'America Settentrionale e Centrale del Partito
Democratico, è al Parlamento.
Nata a Toronto, famiglia italiana, durante la legislatura che si è appena conclusa ha
ottenuto diversi successi a cominciare dalla approvazione della Camera della sua proposta di legge per la Giornata nazionale degli italiani nel mondo. "Lingua e cultura italiana nel
mondo, cittadinanza, pensioni, fisco, nuovi bisogni, rete e servizi consolari, rappresentanza della comunità, Italia terra di eccellenze ecco il messaggio dell'on. La Marca - fin dai giorni successivi alla mia elezione nel 2013 ho cercato di stabilire un rapporto diretto, trasparente leale con le nostre comunità. Per questo invito gli elettori a leggere le mie proposte per la prossima legislatura e se vi sembrano convincenti vi esorto a unire le nostre forze per realizzarle assieme".
E mentre l'on. La Marca si fermava a parlare con la gente di Boca Raton, non troppo distanti, facevano lo stesso Vincenzo Arcobelli e Mario Cortellucci, il primo candidato alla Camera, il secondo al Senato entrambi di Fratelli d'Italia per la lista unitaria di centro-destra Salvini, Berlusconi, Meloni. Catanese di nascita, Arcobelli è negli Stati Uniti dal 1993, ex pacadutista, professionista, per undici anni ha presieduto il Comites di Houston. "Gli italiani al primo posto - così ha esordito - dalla cultura alla lingua al made in Italy. Ed è il discorso relativo alla cittadinanza sul quale la gente maggiormente ci fa delle domande e sui servizi che devono essere più efficienti. Non è possibile aspettare quattro, cinque mesi per il rinnovo di un passaporto solo perchè non c'è personale. Ecco i punti fondamentali sui quali ci batteremo, io alla Camera e Cortellucci al Senato, una volta eletti. E non ci candidiamo per cercare lavoro o uno stipendio e una pensione, ma solo per l'interesse esclusivo degli italiani all'estero. E poi bisogna agevolare anche la nuova emigrazione: sono stati 700.000 gli italiani nel mondo iscritti in più all'Aire rispetto alle precedenti elezioni".
Mario Cortellucci, abruzzese, in Canada dal 1962, il successo l'ha ottenuto nel campo dell'edilizia. Il Cortellucci Group è conosciuto in ogni angolo del Paese e ora, racconta, con questa candidatura vuole portare la voce degli italiani all'estero a Roma. "In Italia devono sapere chi siamo - ha spiegato - sia che si parli di Nord o Centro America. Ma al tempo stesso noi dobbiamo lavorare con i governi canadese, statunitense, messicano, questo è un altro punto fondamentale della nostra agenda".
Roberto Zanni