di Gerardo Coco
Poco più di un trentennio fa, la caduta del Muro di Berlino fu memorabile non solo per la città e la Germania ma per il mondo intero, perché simboleggiò la liberazione di popoli che, dopo aver sopportato la brutale repressione dei regimi comunisti, potevano beneficiare di tutte le libertà e opportunità disponibili nelle cosiddette democrazie liberali. Ciò che ha incarnato il Muro nel ventesimo secolo è stata l’idea dell’individuo come proprietà dello Stato. Dietro quel Muro, il Governo della Germania dell’Est imponeva alla gente dove vivere e lavorare, quali beni consumare e quali godimenti fruire. Lo Stato decideva cosa far leggere, guardare, dire o censurare. La gente non poteva lasciare il Paese, a meno che non servisse agli obiettivi e agli interessi del padrone politico. E se qualcuno tentava di fuggire veniva eliminato, mentre gli altri erano costretti a rimanere osservatori inorriditi.
Tuttavia, l’idea dell’individuo come proprietà dello Stato non è mai morta ed è sempre presente, perché inerente anche alla democrazia liberale che, come un castello di sabbia, ha una natura temporanea. Semplicemente la democrazia non può esistere come una forma permanente di Governo. In generale, inizia in modo promettente ma, datogli tempo sufficiente, qualsiasi Governo la eroderà con la stessa rapidità con cui l’acqua dissolve un castello di sabbia.
Il passaggio dalla democrazia alla tirannia è infatti naturale e inevitabile perché, storicamente, la maggior parte delle persone in qualsiasi epoca sceglie l’illusione di avere maggior sicurezza in cambio di minore libertà, finendo però per perdere entrambe. Una democrazia continuerà a esistere fino al momento in cui gli elettori si aspettano tutto dal Governo. Da quel momento, la maggioranza vota sempre per i candidati che promettono il massimo beneficio, con il risultato che ogni democrazia alla fine crollerà a causa della spesa pubblica e della bancarottadel Governo, sempre seguita da una dittatura. Qualsiasi Esecutivo, infatti, espandendosi ridurrà la libertà di coloro che gli hanno attribuito il potere. Un Governo grande abbastanza, per dare agli elettori tutto ciò che desiderano, alla fine sarà forte quanto basta per portarsi via tutto.
Sfortunatamente, ci sarà sempre una maggioranza di elettori tanto compiacenti e ingenui da permettere che le loro libertà vengano lentamente rimosse. “Lentamente” è l’avverbio chiave per comprendere come avviene la rimozione della libertà. L’elettorato, come nel vecchio adagio di “bollire la rana”, si abituerà al cambiamento graduale di temperatura, lasciandosi bollire senza accorgersene. Anche nelle migliori forme di Governo, coloro che hanno il potere, nel tempo e con operazioni lente, finiscono per pervertirla in tirannia che viene accettata come nuova normalità.
Siamo attualmente in un momento storico in cui gran parte di ciò che è rimasto mondo libero si trova nella fase finale di decadenza ed è per questo che si è entrati nella fase della tirannia. Lo abbiamo potuto osservarlo con lo shock della pandemia, una catastrofe orchestrata per imporre programmi economici e sociali che in una situazione normale non sarebbero accettati. La “pandemia” è stata soprattutto un’emergenza politica, non medica. Il suo scopo era sottomettere le popolazioni per passare a uno Stato autoritario sulla base dell’emergenza sanitaria creando, senza dover usare la violenza aperta, un “Muro di Berlino” mondiale. La “pandemia da Covid” emerge come l’esempio più minaccioso di come i governi orchestrino catastrofi per nascondere la bancarotta e far avanzare programmi sociali ed economici criminali. Ma la cosiddetta “nuova normalità” del dominio tirannico non è solo colpa di coloro che governano, ma anche della maggior parte dell’elettorato che permette che ciò accada senza adeguata resistenza.
L’apatia di massa o la paura non può mai essere accettata o scusata per così tanto tempo. Nel corso di due anni, i cittadini di questo Paese hanno pienamente assecondato la volontà di un “regime totalitario” e, nel processo, hanno messo a nudo le proprie debolezze rafforzando il potere del Governo. Sopraffatti dalla paura di una forza invisibile della natura, hanno dimenticato completamente la minaccia molto più grande alla loro vita: la perdita della libertà e del futuro. La vera soluzione alla tirannia richiede che un gran numero di individui sappia dire di “no” al dispotismo, praticando attivamente la disobbedienza totale. Deve essere uno sforzo collettivo, ma su base individuale.
In altre parole, molti devono prendere la decisione individuale di combattere con il dissenso e devono farlo in massa. Non ci si crogioli sull’idea che la libertà sia gratuita. Non possiamo trattare la nostra libertà individuale come “proprietà comune”, quindi sorprenderci che diventi fatiscente come fa qualsiasi proprietà comune. La libertà è molto simile alla proprietà privata che bisogna difendere e su cui bisogna vigilare, perché la democrazia è un castello di sabbia.