di Franco Esposito
In Sardegna continua a destare puntuali e grandi perplessità il comportamento del presidente della Regione. Christian Salinas non smette di stupire. Nel senso negativo dell'espressione, ovviamente. L'ultima è la nomina di liquidatore a liquidatore alla Sanità. Un nuovo contabile a guida di Ats Sardegna. A chi affidare la liquidazione dei debiti accumulati da Ats, la cattiva compagnia? Sì, proprio lei, la bad company nata dopo la riforma sanitaria varata dal governatore regionale in persona, ma non entrata ancora in vigore?
Appunto, a chi affidare il delicato incarico? Salinas ha scelto un commercialista, Enrico Gaia, rinviato a giudizio, e o di certo per una piccolezza. Semplicemente per una bancarotta milionaria. Un crac da sessanta milioni. Ma non è tutto. Il professionista è anche il commercialista dell'impreditore che ha versato al governatore Salinas una caparra da 200mila euro per l'acquisto di un rudere. Operazione questa mai finalizzata. Per la serie "le nomine pazze del presidente Christian Salinas".
Enrico Gaia, il commercialista già molto vicino al centrodestra, in realtà è un saltimbanco politico. Dal centrosinistra e poi al Movimento Cinque Stelle, sponda Di Maio, col quale è apparso in numerose fotografie nell'estate 2021. Il professionista è noto innanzitutto pet il crac del gruppo di Alberto Scanu, già presidente di Confindustria Sardegna. Ma anche ex della Soreger, la società di gestione dell'aeroporto di Cagliari Elmas. A giudizio il 21 giugno 2021 con Scanu, il commercialista Gaia per quella bancarotta da sessanta milioni. I pm gli contestano di non aver "rilevato un consistente buco contabile da oltre 6 milioni nei bilanci della Casa di Cura Sant'Elena, di cui era stato sindaco dal 2006 al 2006".
Secondo il giornale La Verità, in una intercetazione Enrico Gaia sarebbe stato sorpreso a consigliare a un suo cliente di far emettere "false fatture della sua società di Belgrado e poi riportare il contante in Italia passando la frontiere con l'auto piena di denaro". Il discusso professionista è inoltre anche il il commercialista dell'imprenditore fornitore della Regione Sardegna, Roberto Zedda. Il quattro novembre 2020 (la rivelazione è un'esclusiva del quotidiano Il Fatto Quotidiano) aveva siglato un preliminare per l'acquisto da Solinas di un rudere a Capoterra, per 550mila euro.
Un magia del governatore della Regione Sardegna: quel rudere lui lo aveva pagato solo 40mila euro. Un affarone. Zedda versò una caparra da 200mila euro, con l'impegno di rogitare entro il 30 giugno 2022. Rogito, a oggi, mai fatto.
Presso lo studio del commercialista Enrico Gaia, in via Carloforte a Cagliari, risultano domiciliate tre società riconducibili a Zedda: Gestione Ristorazione Sarde srl, Edil Costa Rei srl, Hotel Mercury srl, Un filo doppio legherebbe Salinas, Zedda e Gaia. Il trait d'union è il braccio destro del governatore della Regione Sardegna, Nanni Lancioni. Non uno qualsiasi, ma colui che ha spinto il presidente Salinas a nominare Gaia contabile alla guida di Ats.
Salinas, ricorderete, è stato una dei protagonisti della rovente estate in Sardegna, in piena pandemia. Una serie infinita di delibere che portarono a un'ampia diffusione del covid: contagiati i frequentatori delle discoteche di Porto Cervo e dintorni. Ricorderete il comportamento di Flavio Briatore, quello che accadde nel suo locale frequentato contemporaneamente da un numero abnorme di persone. Il massimo dell'illegalità. Che cosa non fece Salinas in quella occasione? Fece di tutto un po', e la situazione degenerò rapidamente. La Sardegna era stata dichiarata zona bianca. Il Governo la passò in rossa in meno di un sospiro. Però ormai il covid si era diffuso fra i rientranti dalla Sardegna in continente e quelli rimasti bloccati sull'isola.
Cambia tutto, ora. In realtà a breve. Sull'intero territorio nazionale, non solo i Sardegna. Quarantene, colori e pass: si cambia davvero. Innanzitutto niente più isolamento per gli asintomatici. Poi, più tifosi allo stadio, la capienza delle arene in cui i fa sport viene portata al settantacinque per cento. Mentre la Federazione Italia Giuoco Calcio vuole portarla al cento per cento entro il 24 marzo. Quando la nazionale italiana giocherà a Palermo contro la Macedonia del Nord.
Il governo accelera sul fronte della fine delle restrizioni. Questione di settimane, non di mesi. Lo si intuisce dalle parole del ministro della Salute, Roberto Speranza. La road map promessa dal premier Draghi sull'allentamento è finalizzata "all'eliminazione di ogni incertezza". Potrebbe entrare in vigore ad aprile. L'agenda verrà messa a punto questa settimana.
Il 31 marzo scade infatti lo stato d'emergenza. L'obiettivo finale è l'eliminazione dei colori delle zone. Nelle prossime settimane verrà abolito il passaggio in zona gialla o arancione. Verrebbe lasciata la zona rossa nel caso in cui dovesse crearsi un focolaio. Ma l'idea più gettonata è quella di eliminare la certificazione verde per bar e ristoranti all'aperto dal primo aprile. Molti sostengono con insistenza di togliere al più presto l'obbligo del Green Pas per i negozi e la posta.
Sul fronte del Turismo, da settimane, il, ministro Garavaglia si batte per modificare regole "troppo stingenti" per il settore. In primis – l'opzione è all'esame di Palazzo Chigi – l'abrogazione del tampone rapido ogni 48 ore o di quello molecolare ogni 72 ore per gli stranieri che, privi di Green Pass, vogliono accedere a musei o ristoranti.
E le mascherine? Tolto l'obbligo di indossarla all'aperto, il ministro della Salute ritiene che toglierle anche al chiuso "sarà uno degli ultimi che aboliremo". Forse durante l'estate.