Sergio Mattarella e Papa Francesco uniti nel segno della pace: quella “messa in pericolo” dal conflitto scatenato dall’invasione russa dell’Ucraina, etichettato come “una nuova tragedia” abbattutasi sull’Europa. Ieri a Norcia, dove ha assistito alla accensione della fiaccola benedettina per la Pace e l’Europa unita, parlando del conflitto che si sta combattendo a Oriente, il Capo dello Stato ha ammonito circa i rischi che il Vecchio Continente abbia “di precipitare in una spirale di guerra e in un vortice di conflitti di cui è impossibile prevedere sviluppi, coinvolgimenti ed estensioni” e dove “nessuno può essere certo di restarne del tutto immune”.
“Non possiamo accettare la follia della guerra” ha incalzato, ancora, il Capo dello Stato. Tuttavia, ha aggiunto: “i popoli d'Europa non possono essere e non sono disposti a piegarsi alla violenza della forza, oggi utilizzata per sottomettere un Paese indipendente come l'Ucraina, ma domani non sappiamo per quali altri obiettivi. La pace è in pericolo” ha aggiunto l’inquilino del Colle. “Per essa, per la pace, per l'affermazione dei valori di libertà, gli italiani devono essere e lo saranno certamente intransigenti, determinati uniti” ha esortato il primo inquilino del Quirinale. “Non possiamo accettare - ha aggiunto - che la follia della guerra distrugga quello che i popoli dell'Europa hanno costruito".
Quasi all’unisono, si è mosso anche il Pontefice. Bergoglio infatti, ieri mattina si è recato all'Ambasciata russa presso la Santa Sede, dove si è trattenuto poco più di mezz'ora a colloquio con il rappresentante di Mosca in Vaticano, Alexander Avdeev, per manifestare la sua preoccupazione per il conflitto. Papa Francesco, come ha reso noto l'agenzia di stampa argentina Telam (che per prima ha anticipato la notizia della missione del pontefice), si è recato all'ambasciata russa a via della Conciliazione, a bordo di una Fiat 500 bianca con i vetri oscurati: per tentare una mediazione tra la Russia e l'Ucraina dopo l'attacco su larga scala di Putin. Una mediazione capace di rilanciare la via del negoziato e far tacere le armi.