Sull'orlo dell’apocalisse, dopo che Putin ha messo in stato d'allerta il sistema difensivo nucleare, Kiev e Mosca hanno deciso di trattare. E lo hanno fatto con l'Ucraina rimasta stretta nella morsa delle forze nemiche, con la capitale sotto le bombe. Le delegazioni dei due Paesi si sono incontrate ieri mattina sulle sponde del fiume Pripyat, nella regione bielorussa di Gomel sulla frontiera. Una zona di confine pretesa dal governo di Volodymyr Zelensky.
L’incontro è iniziato poco dopo le 10 ed è andato avanti per quasi sei ore, senza che questo, però, segnasse la fine dei combattimenti e della pioggia di bombe, in particolare quelle abbattutesi su Kharkiv, la seconda città dell’Ucraina. Insomma: mentre le parti discutevano, in Ucraina si continuava a morire. A tarda serata ecco arrivare la fine del confronto, con le rispettive delegazioni che hanno deciso di aggiornarsi e di proseguire i negoziati nei prossimi giorni, al confine tra Polonia e Bielorussia come ha reso noto il negoziatore di Mosca, Vladimir Medinsky.
In serata sono state anche rese note le condizioni dettate dal Cremlino per mettere fine all’invasione: il riconoscimento della penisola della Crimea, occupata 8 anni fa dall’esercito russo e la neutralità dell'Ucraina. Putin ha ribadito ed argomentato tali condizioni parlandone al telefono con il presidente francese Macron. La soluzione al conflitto, ha spiegato l’ex uomo del Kgb: "è possibile solo se verranno considerati gli interessi di sicurezza della Russia". Nel corso del colloquio Putin, secondo quanto riporta il sito Sputnik, ha ribadito la disponibilità ai negoziati e la speranza che questi portino ai risultati desiderati. Tra le richieste, appunto: "la sovranità russa della Crimea, la risoluzione degli obiettivi di demilitarizzazione e denazificazione di Kiev e l'assicurazione del suo status neutrale". “Un terreno comune è possibile” ha commentati l'ambasciatore russo all'Onu. Mosca, infine, ha firmato un decreto "per applicare misure economiche speciali contro gli Stati Uniti ed i Paesi che li hanno seguiti" nelle dure sanzioni imposte dall’Occidente per l'invasione dell'Ucraina.