di Giuseppe Scalera
L'umanità smarrita che ci consegnano le immagini di questa inutile guerra collezionano ansie nuove e paure perdute. Quei treni, stipati con migliaia di persone, che fuggono da quel dramma, che faticosamente superano la frontiera per approdare ad una terra nuova sono diapositive che il nostro immaginario collettivo già conosce, da oltre un secolo. Sembra di muoversi tra le pagine di Irène Némirovsky, la scrittrice francese di origine ebraica, nata in Ucraina e deportata in Polonia, ad Auschwitz.
I suoi libri sono sinfonie, drammatici romanzi popolari che ci raccontano la storia del Novecento, l'impudenza, la protervia, la tracotanza di quegli anni difficili, solcati dalla guerra. La narrazione cinica e visionaria di un altro, drammatico esodo compiuto sui binari. Quello dei parigini, in fuga dall' arrivo dei nazisti. Chi ha creduto che un lungo periodo di pace potesse mutare gli equilibri del mondo sbagliava. Le nemesi si ripetono puntuali. Per ora, in Ucraina gli sfollati sono 350mila, potrebbero essere, alla fine, più di 7 milioni, da redistribuire sul territorio europeo. Un atto doveroso verso chi fugge dalle bombe e dalla guerra. La doppia morale del Vecchio Continente.
I conflitti presenti in Africa hanno, paradossalmente, un altro spessore. Ci sono stati momenti, anche nel nostro Paese, dove un barcone con duecento migranti poteva, doveva essere sottoposto ad un qualche respingimento. Oggi, di fronte a milioni di esodi, la gente scende in piazza, esprime il suo disprezzo verso Putin, prepara quanto può per accoglierli. Le regole non scritte dell' incoerenza. Situazioni diverse, certo, ma entrambe drammatiche e crudeli, dove l'uomo vive pienamente la tensione e la tragedia della guerra. Non sappiamo ancora, esattamente, come finirà.
Putin in Russia, nonostante tutto, inizia ad essere un leader accerchiato. Le misure economiche dell' Unione Europea condizionano fortemente la nomenklatura sovietica. Molti iniziano a manifestare serie perplessità, anche per la ricaduta negativa sui futuri assetti commerciali. È un momento storico delicato e convulso. Come scrisse la Némirovsky: "Sono notti di lunghi interrogativi, sulla soglia di una prova difficile".