di Riccardo Galli
Quella dello sbagliare la prima volta è umano, la seconda diabolica va nettamente rivista. Alla luce di un tollerante realismo. Ad esempio (e che esempio!) del comportamento collettivo di fronte al contagio da Covid. La prima volta, ed era più o meno giugno 2020, dichiarammo il contagio finito inventandosi di ottimo grado un’assurdità e cioè una pandemia di durata trimestrale. Fu errore mastodontico ma fu mastodonticamente umano sbagliare. La seconda fu a fine estate-inizio autunno dello stesso anno: avevamo dichiarato il contagio finito, ci impediamo di vedere quanto velocemente e imponentemente crescesse. Secondo umanissimo errore, umanissimo perché poi non è vero che l'uomo avvisato…Uomo che nega vince su uomo avvisato, succede spesso.
La terza volta che neghiamo il contagio (in fondo qualcosa del genere fece pure San Pietro) era primavera-inizio estate 2021, tra un po’ farà un anno. Contagio finito. E ad autunno arrivò la quarta (o quinta?) ondata a smentire. Ma c’erano i vaccini e ci sono i vaccinati: molti meno casi gravi, ricoveri, morti anche se molti, molti più contagi. La costante comunque nei tre errori ripetuti fu il pensare il contagio come una tassa che poteva essere abolita o instaurata per decreto (oltre che ovviamente evasa od elusa). Quindi appena contagio calava, equazione nella mente con contagio finito. Quindi semaforo verde o rosso. O si passa o non si passa. On o off.
In mascherina fino al giorno x, poi la mattina dopo tutto finito. Prevenzione a comando, prevenzione a scadenza. Una cosa, un comportamento diffuso che esemplifica: l'entrata in pochi in un negozio. La gente lo chiede al negoziante se può entrare, lo interpreta come una misura di burocrazia, non come una misura sanitaria. Se ci sono dieci o più persone nel negozio e il negoziante dice di entrare, la gente entra. Nessuno o quasi evita di entrare in un negozio iper affollato perché è, appunto, iper affollato.
Per settimane a febbraio il contagio è calato di intensità. Ed è risuonata la sirena del tutto finito. Quindi progressiva dismissione della mascherina dalla vita sociale, quindi comportamenti da tutto finito, qui, adesso, subito. Quindi il contagio ha smesso di calare, anzi dà qualche segno di vitalità, va a d attestarsi su un plateau (diciamo altopiano) basso per niente, intorno ai 20/25 mila casi al giorno. Ci sono i vaccini e i vaccinati, ci sono meno malati in forma grave e ospedalizzati e morti. Ma il contagio c’è, non è per nulla finito. Però i più sentono l’esigenza, il bisogno e vivono la voglia e vogliono cogliere l’opportunità del quarto errore e anche del quinto se occorre: comportarsi come se il contagio fosse finito, sparito. Fino al terzo errore. umanissimi errori. Dal quarto in poi…non diabolici ma cretini.