di Juan Raso
A fine d’anno ho deciso celebrare i 200 anni della nascita del grande scrittore russo Fëdor M. Dostoevskij - nato a Mosca l’11 novembre 1821 – con la lettura di “Delitto e castigo”, che solo in parte avevo letto in gioventú.
La non facile lettura delle oltre 700 pagine mi ha permesso di seguire il percorso contorto della coscienza del protagonista Rodión Raskolnikov, un peccatore che alla fine trova la propria redenzione. E’ un libro che commuove, che ci pone a confronto con la nostra natura umana, che mostra la sensibilità straordinaria di uno scrittore universale, che come pochi sa immergersi nell’animo dei suoi protagonisti.
Sotto l’impatto di questa recente lettura, leggo che l’Universitá Bicocca di Milano, tra le piú importanti del nostro paese, è stata a pochi passi da censurare il grande scrittore e poeta, per avere la colpa di... essere nato nello stesso Paese di Putin.
Lo scrittore, traduttore e blogger italiano Paolo Nori aveva organizzato un corso nella predetta Universitá in quattro lezioni sullo scrittore, titolato: "Sanguina ancora. L'incredibile vita di Fëdor M. Dostoevskij".
Una comunicazione delle autorità dell’istituzione gli ha chiesto di cancellare l’evento per le polemiche che poteva causare nel contesto della guerra tra la Russia e l’Ucraina. "Caro professore – indica il testo -, stamattina il prorettore alla didattica mi ha comunicato la decisione presa con la rettrice dì rimandare il corso su Dostoevskij. Lo scopo è quello dì evitare ogni forma dì polemica soprattutto interna in quanto momento dì forte tensione".
Di fronte alla protesta dell’autore e sotto la pressione di molti colleghi, l’Universitá ha fatto marcia indietro: "Milano-Bicocca – dice un nuovo comunicato - è un ateneo aperto al dialogo e all'ascolto anche in questo periodo molto difficile che ci vede sgomenti di fronte all'escalation del conflitto. Il corso dello scrittore Paolo Nori si inserisce all'interno dei percorsi Between writing, percorsi rivolti a studenti e alla cittadinanza che mirano a sviluppare competenze trasversali attraverso forme di scrittura. L'ateneo conferma che tale corso si terrà nei giorni stabiliti e tratterà i contenuti già concordati con lo scrittore. Inoltre, la rettrice dell'Ateneo incontrerà Paolo Nori la prossima settimana per un momento di riflessione".
La questione è andata ben piú in lá e ha provocato addirittura un intervento ministeriale: la ministra dell'Università e della Ricerca Maria Cristina Messa ha contattato la rettrice dell'Università Milano-Bicocca Giovanna Iannantuoni per avere chiarimenti in merito alle notizie sulle serie di lezioni su Dostoevskij. “Bene che l'Università Milano-Bicocca abbia rivisto la propria decisione" ha detto la ministra. "È molto importante che si tengano le lezioni di Paolo Nori, con l'appoggio dell'ateneo. Dostoevskij è patrimonio dal valore inestimabile e la cultura resta libero terreno di scambio e arricchimento. Il Ministero dell'Università e della Ricerca promuove il fondamentale ruolo delle università come luogo di confronto e di crescita comune, ancora di più in una situazione così delicata".
Questo fatto, forse minore per alcuni, ha uno speciale significato perché pone in evidenza il danno collaterale della guerra verso la cultura russa e tanti suoi cittadini sparsi per il mondo, in genere onesti migranti che hanno contribuito al progresso dei paesi di accoglienza. Oggi vivono in Italia oltre 40.000 russi, mentre in Uruguay la colonia russa di San Javier è sempre stata un esempio della migliore emigrazione giunta a questo paese.
E’ nostro dovere, proprio in questo momento cosí delicato, evitare che i laboriosi russi residenti nei nostri paesi - o il grande Dostoevskij - siano considerati soggetti da evitare, come suggeriva la nota Universitá italiana. La stupiditá umana ben può portare alla follia.