Finalmente, ora, non più all’opposizione, ma dentro a quel governo del cambiamento di cui tanto vanno fieri Matteo Salvini e Luigi Di Maio, anche lui, l’argentino Ricardo Merlo, presidente del Maie, potrà scendere in campo per un obiettivo che ha a cuore da un paio di anni: riaprire il consolato di Montevideo, ora niente di più che una semplice cancelleria.
Da martedì sera, infatti, Merlo, fondatore del Movimento Associativo Italiani all'Estero (Maie), è sottosegretario al ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale nel Governo Conte (insieme a Emanuela Del Re e Manlio Di Stefano del M5S e Guglielmo Picchi della Lega). Insomma, non c’è che dire, un ruolo politico di rilievo, una bella carica istituzionale all’interno della maggioranza dell’esecutivo che gli dà di certo quella forza per poter far finalmente ripartire gli uffici del consolato della capitale dell’Uruguay.
Ce lo ricordiamo bene Merlo, fino a pochi mesi fa, quando era all’opposizione (visto che in Italia governava il Partito democratico) e gridava a squarciagola con i suoi sodali e referenti uruguaiani sotto appunto il Consolato per chiederne la riapertura. Non una sola volta, ma più volte. Insomma, un vero cavallo di battaglia per Merlo e compagni.
Adesso, però, il dado è tratto. E per il classe 1962 nato a Buenos Aires, con i gradi che ora ricopre, sarà davvero un gioco da ragazzi riuscire nell’intento e ridare a Montevideo quello che gli spetta: un bel consolato. Può passare dalle urla di protesta di cui si è reso giustamente protagonista solo alcuni mesi fa, ai fatti. Al suo fianco in questo momento ha il governo gialloverde formato da Lega e MoVimento 5 Stelle (diciamo da sempre grandi decantatori degli italici problemi, ma poco avvezzi poi a risolverli), in pratica il potere dalla sua.
Quindi, caro Merlo, dimostri di non essere solo un uomo di chiacchiere, di non essere uguali a tutti gli altri politici cui piace parlare, promettere e... basta. È giunto il momento di darsi da fare e far riaprire il consolato.
Ci riuscirà? Speriamo. Ai posteri l’ardua sentenza. Infine, una curiosità a proposito di un altro sottosegretario, Emanuela del Re, citata in precedenza. Stiamo parlando di una grande professionista, da un curriculum assai importante. È figlia dell’avvocato Michele Del Re, avvocato docente, che risultava essere nella lista della P2 di Licio Gelli.
Nell’elenco dell’organizzazione massonica ritrovato nel 1981 risultava membro attivo, fascicolo numero 661. «Al tempo fu una caccia alle streghe - spiega ora lei -. Purtroppo si trovò coinvolto suo malgrado per un disguido», le sue parole a difesa. In pratica, qualcuno inserì il suo nome nella famigerata lista senza che lui sapesse nulla della loggia massonica. Insomma, come l’ex ministro Scajola che qualche annetto fa comprò una casa a Roma, vista Colosseo, pagata da ignoti e a sua insaputa...