Davanti a un evento orrendo, incomprensibile, l’istinto è cercare di capire. Ci saranno per forza delle ragioni dietro lo stupro di una ragazzina da parte di un branco. La ragazzina aveva trascorso una notte in discoteca. Aveva bevuto, tirato coca, indossava una minigonna inguinale. E poi scherzava, ci stava - era chiaro. Ci sarà certamente un motivo se l’uomo lasciato dalla ex decide di sfigurarla con l’acido. Beh, lei lo aveva umiliato, rifiutato, gli aveva preferito la carriera, un altro uomo, un’altra vita. Insomma, bisogna capire.
Questi tentativi di spiegare forse sono strumenti di auto-difesa dall’orrore di cui è capace l’essere umano, perché esseri umani siamo tutti, e tutti potremmo arrivare a commettere ogni tipo di brutalità.
L’aggressione di Putin all’Ucraina è così tremenda e inconcepibile che si fa la corsa a cercarne le ragioni. E si dice: cercare le ragioni non vuol dire giustificare, vuol dire provare a capire. Però quelle ragioni che ci sforziamo di trovare sono in realtà solo dati di contesto. Elementi fattuali, circostanze oggettive che non spiegano ma descrivono.
Il Muro di Berlino è caduto, l’Unione Sovietica è crollata sotto il peso della sua insostenibile cappa repressiva. La storia è andata avanti e la nuova Russia non è stata capace di ritagliarsi un ruolo altro da quello di potenza repressiva e dominatrice. Questo spiega le azioni di Putin? Putin si è trovato in mano un ex impero totalitario dal quale i popoli sottomessi hanno fatto la corsa a scappare via. Putin se ne sente umiliato? Vive come una provocazione l’anelito di polacchi, moldavi, georgiani, ucraini, estoni alla democrazia e alla libertà occidentali? Ritiene un suo diritto restituire alla Russia il ruolo conquistato nel '900 con la soggiogazione violenta dei popoli nell’Europa dell’Est?
Questi dati di fatto descrivono il mondo nel quale Putin, gli ucraini e tutti noi viviamo, ma non spiegano nulla, né tanto meno giustificano l’oscena accusa che viene rivolta agli ucraini di essersela cercata, ed a noi Europa, noi Nato, noi Usa, noi Occidente di aver provocato lo stupratore.
Questo tentativo di spiegare è quello che stanno facendo i talk show italiani. Cercano a tutti i costi di trovare - come fosse uno scoop - le ragioni di Putin. E forse lo fanno per un malinteso senso di pluralismo - diamo voce a chiunque esprima un pensiero diverso. Oppure per umanizzare la brutalità, ricondurla in un luogo della coscienza in cui tutti in fondo potremmo ritrovarci. Non saprei.
Penso solo che non ci sia alcuna ragione, mai, per uno stupro, una violenza, un omicidio. Non ce n’è mai alcuna per un’aggressione militare. La spiegazione di un aggressione violenta è solo l’incapacità della persona - o di uno Stato - a trovare, nel rispetto della volontà altrui, il limite all’esercizio della propria.
Putin ha aggredito l’Ucraina perché fosse sua e di nessun altro. Perché la volontà propria prevaricasse su quella degli ucraini. Queste non sono cause scatenanti da comprendere. Sono dati di fatto che dovrebbero indurci a respingerle, rifiutarle intimamente, e combattere l’aggressore con convinzione, perché è quella mentalità aggressiva che produce la guerra, non la volontà di un popolo intero di essere libero.