Franco Esposito
Da una guerra all'altra, dall'Ucraina alla Rai. L'ente di Stato si ritrova al centro dell'ennesima bufera. Infuriato a il Pd e forse l'aggettivo non rende compiutamente l'idea. Furibondi un po' tutti i partiti, compatti nell'aggressione a Bianca Berlinguer, la giornalista figlia dell'indimenticato e indimenticabile Enrico. Il numero uno indiscusso e savio alla guida del Partito Comunista, prima che lo stesso si desse al cambio di denominazione e anche a quello delle idee.
Bianca Berlinguer conduce la talk show Cartabianca su Rai3, il martedì in prima serata. Il pd e gli esponenti politici di tutti i partiti con un minimo di buonsenso e di sale in zucca accusano la giornalista, peraltro da tutti apprezzata, di aver fatto mettere sotto contratto il professore Alessandro Orsini, definito il "pifferaio di Putin". Dodicimila euro per la partecipazione a sei puntate di Cartabianca, al costo di 12mila euro.
Una sorta di tombola per il docente di Sociologia Generale e Sociology of Terrorism dell'università Luiss, noto per le sue posizioni filo Putin. Il compenso dovrebbe aggirarsi sui 2.000 euro a puntata. Anche se Bianca Berlinguer non conferma le cifre. Il professore sociologo ha iniziato la collaborazione a Cartabianca martedì sera. La partecipazione ha provocato grandi rumori e aspre contestazioni. Ma più per il carattere remunerativo dell'intervento che per le posizioni già espresse più volte da Orsini a "Piazzapulita", il talk show della concorrenza in onda su La7. Dove il professore sarà ospite nella prossima puntata.
Alessandro Orsini pifferaio di Putin? Bianca Belinguer difende la scelta di averlo portato a Cartabianca. "Le opinioni di Orsini esprimono senza dubbio una posizione presente nell'opinione pubblica tra gli analisti e che nel corso della trasmissione si è confrontata con idee diametralmente opposte, in un dibattito necessario per capire e meglio approfondire che si è venuta a creare dopo l'invasione russa in Ucraina".
Le motivazioni della scelta che ha scatenato una guerra di parole, di opinioni, e la richiesta da parte degli oppositori di Bianca Berlinguer di interventi a livello di commissione Vigilanza Rai e del Parlamento. "L'alternativa a questo sarebbe un dibattito univoco e conformista - spiega la conduttrice del programma – che non porterebbe alcun contributo a una vera discussione pubblica. Come è tra le finalità del servizio pubblico".
Ma il compenso che il professore sociologo pro Putin andrà ad incassare? Sono soldi pubblici e sono tanti, troppo facile far notare che a pagare saremo sempre noi costretti all'esborso del canone Rai. La cifra non è confermata dalla direzione di Viale Mazzini, e Bianca Berlinguer spiega che anche in questo campo vige la regola della concorrenza. "La Rai non può sottrarsi al mercato degli opinionisti pena la minore competitività rispetto agli ascolti. Al sociologo erano stati offerti numerosi e più cospicui contratti dalla concorrenza, ma lui ha deciso di scegliere Cartabianca. Gli ospiti alla nostra trasmissione si prestano di norma a titolo gratuito. Vengono pagati solo se il rapporto è di lunga durata".
Il Pd e gli altri sconcertati soprattutto da un passaggio dell'intervento di Alessandro Orsini. Questo: "Noi ripetiamo 'certamente non userà la bomba atomica'. Ma Putin ha detto anche in una conferenza con il presidente francese Macron di avere la bomba atomica. Se davvero Putin, in una condizione disperata in cui rischia di perdere la guerra in Ucraina dovesse usare la bomba atomica, l'Europa sarebbe moralmente corresponsabile".
A quel punto, al professore è stato chiesto: "Allora bisogna far vincere la guerra a Putin per evitare il rischio legato alla bomba atomica?": Immediata la risposta del sociologo: "Se si pone il discorso in quest'ottica, dico facciamo vincere la guerra a Putin".
Ma a diversi attenti osservatori non è sfuggita la cancellazione dell'annunciato intervento del filosofo e politologo russo Alexsandr Dusin, considerato l'ideologo di Putin. In Rai spiegano che si è trattato di un problema tecnico: il mancato funzionamento del collegamento Slype. Altri, e sono la maggior parte, parlano di motivi di opportunità e di un vero e proprio "buco giornalistico" da parte della Rai. Anche perchè Dugin era apparso in un'intervista registrata a "Fuori dal coro, su Rete4, nella quale ha definito il premier ucriano Zelensky "un buffone totalmente irresponsabile".
La questione Berlinguer-Orsini sarà oggetto di un'interrogazione in Commissione Vigilanza Rai. Il Pd sostiene inoltre di volerla portare all'attenzione del Parlamento. Il professore filo Putin pare sia stato oggetto di una censura della Luiss per le sue idee sull'invasione russa in Ucraina. Letteralmente fuori della grazia di Dio Andrea Romano del Pd, membro della commissione parlamentare di Vigilanza. "Non esiste né può esistere alcuna par condicio tra aggredito e aggressore. Ed è assolutamente inaccettabile che le risorse del servizio pubblico radiotelevisivo vengano utilizzate per finanziare i pifferai della propaganda di Putin. La Rai dovrebbe rivedere la decisione di aver come ospite retribuito nel talk show Cartabianca il professore Orsini".
A gamba tesa, come richiesto dalla scabrosa circostanza, l'intervento del governatore della Regina Emilia, Stefano Bonaccini. "Giusto che Orsini esprima liberamente il suo pensiero, ci mancherebbe. Che però io lo debba pagare, invece no". Netta la presa di posizione di Pina Picierno vice presidente del Parlamento Ue. "Sono sconcertata da questo continuo e immorale tentativo di confondere torti e ragioni, verità e menzogne, aggressori e aggrediti Che vergogna".
Storico contestatore, voce chiara già in Commissione Vigilanza Rai, il parlamentare Michele Anzaldi, di Italia dei Valori, chiede un intervento deciso e immediato dell'ad Rai, Fuortes. "Ha il dovere di dare chiarimenti immediati, questa è una materia troppo delicata per farla passare in cavalleria, come tutte le questioni Rai".
Scopriremo martedì se Bianca Berlinguer avrà vinto o se il Pd sarà riuscito a scuotere l'ad Rai. L'unica cosa certa è che di cose disgustose ne abbiano già viste. E altre non vorremmo vederne.