Nello stesso giorno in cui la magistratura ha arrestato 28 persone accusate di aver creato e rifornito una piazza di spaccio all'interno del carcere di Secondigliano, nel centro di Napoli un enorme corteo si snodava per le strade, oltre centomila persone in marcia per dire no al crimine organizzato e per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie. È l'annuale manifestazione organizzata dall'associazione “Libera” di don Luigi Ciotti, il 21 di marzo, primo giorno di primavera, che quest'anno ha scelto come sede proprio il capoluogo partenopeo. Dalla stazione centrale fino a piazza Plebiscito, tantissimi studenti di licei e università, molti venuti da altre città italiane, associazioni, sindacati, esponenti delle istituzioni. La manifestazione ha avuto il patrocinio della Regione Campania, del Comune di Napoli e della Rai. Con loro anche il Sindacato campano dei giornalisti, la Fondazione Polis, Articolo 21. A sfilare tra i giovani, assieme a don Ciotti, l'arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia, il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico, l'ex premier e oggi leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, il giornalista e parlamentare Sandro Ruotolo, fratello di Silvia, una delle vittime innocenti delle guerre di camorra partenopee, a cui la manifestazione è dedicata. Sono 1.055 le persone innocenti uccise dalla criminalità organizzata in Italia. I loro nomi vengono elencati dal palco montato in piazza Plebiscito. Per l'80 percento di loro, non si è nemmeno arrivati a fare giustizia, individuando e punendo i responsabili. Lo ricorda don Ciotti: “Camminiamo perché ci siano verità e giustizia”. E poi, commentando la fiumana di giovani che riempe il corteo, aggiunge: “Questi ragazzi sono qui perché stanchi delle parole, vogliono fatti e concretezza, e vogliono portare il loro contributo”. Poi si rivolge alle istituzioni: “Noi siamo una spina nel fianco perché chiediamo che vengano compiuti fatti nella giusta direzione. Ma anche i cittadini devono fare la loro parte, assumersi le proprie responsabilità”.
E a proposito di cittadini che fanno la loro parte, nel corteo ci sono anche il parroco del Parco Verde di Caivano, don Maurizio Patriciello, e il comandante dei vigili urbani di Arzano, Biagio Chiariello. Al primo la criminalità organizzata ha messo una bomba davanti al cancello della sua chiesa, sede del “Comitato per la liberazione dalla camorra”. Al secondo la malavita ha lanciato un lugubre avvertimento, affiggendo sui muri della sua cittadina manifesti funebri con il suo nome. “Andremo avanti, nonostante le minacce. Non ci facciamo intimidire”, dicono entrambi. E i centomila in corteo sono al loro fianco.