Una guerra nella guerra. Il conflitto in Ucraina ma anche le sanzioni economiche imposte alla Russia potrebbero costare fino 9,9 miliardi di euro all’Italia. Una cifra record, corrispondente all'export verso questi due Paesi dell’Est Europa nel 2021, con conseguenze gravissime per le eccellenze tricolori. Insomma: dal turismo al lusso, dall'agroalimentare alla moda, fino a mobili, legno e metalli, si tratta di un’autentica mazzata per il “made in Italy”. E’ questo l'allarme lanciato dalla Conferenza delle Regioni, che ha inoltrato al governo un documento con una lunga lista di richieste e proposte di modifica (al decreto Ucraina bis), che vanno dagli interventi su Iva e accise (su energia e carburanti) ad una moratoria sul credito, per poi toccare gli incentivi per le energie rinnovabili (come ad esempio voucher per i nuovi impianti) e la concessione di ristori - un po’ sulla stessa falsariga di quanto accaduto ai tempi bui dell'emergenza Covid - per quanti hanno visto ridursi le esportazioni e gli ammortizzatori sociali in deroga per i lavoratori. Insomma: un vero e proprio elenco di proposte, concordate dalle Regioni, "finalizzate ad assicurare alle imprese la continuità produttiva" e a porre un "tetto al costo dell'energia, vigilando con attenzione ed intervenendo sulle speculazioni nel prezzo causate dalle incertezze dei mercati" ha commentato Mirco Carloni, vicepresidente della regione Marche e coordinatore della commissione Sviluppo economico della conferenza dei governatori italiani.
La guerra costa caro al made in Italy. Le Regioni: perdite fino a 10 miliardi
L’Sos: "Servono aiuti e ristori come con l’emergenza Covid"