di Stefano Ghionni
Giorgia Meloni agita il Centrodestra. Da Bari, dove si trovava per l'inaugurazione della scuola di formazione politica “Europa e Territori”, ideata e voluta dall'europarlamentare del gruppo Ecr Raffaele Fitto, la leader di Fratelli d’Italia ha mandato un messaggio chiaro e inequivocabile gli alleati di Lega e Forza Italia, invitandoli a decidere da che parte stare. "Sono gli altri che devono dire se per loro la priorità è far vincere il Centrodestra o piuttosto frenare la crescita del nostro partito" ha sbottato la parlamentare capitolina parlando con i giornalisti a proposito dell’unità della coalizione (in vista del prossimo appuntamento con le amministrative).
"Sicuramente Fratelli d'Italia c'è nel senso che noi stiamo lealmente sostenendo tutti i sindaci uscenti del Centrodestra” ha precisato la Meloni. “Stiamo dando il via libera dove ci sono proposte serie e credibili” ha proseguito la presidente di FdI. “Per noi far vincere il Centrodestra - ha rimarcato la deputata - è sempre una priorità. Credo, come ho detto nei giorni scorsi, che la domanda vada fatta agli altri, perché noi ancora aspettiamo il via libera di alcuni partiti della coalizione su sindaci uscenti di Fratelli d'Italia, così come aspettiamo il via libera dei partiti di centrodestra, per esempio alla ricandidatura di un governatore della coalizione in Sicilia e cioè Nello Musumeci".
Poi una precisazione: “Non mi sento sola nel Centrodestra. Quando vieni stimato come primo partito della nazione non ti senti solo perché, essere soli o accompagnati non è un fatto di riunioni politiche nel palazzo, è un fatto di quanta gente ti segue, crede in quello che stai facendo, ripone in te le sue speranze e mi pare che siamo molto bene accompagnati da un sacco di italiani che vorrebbero un governo orgoglioso e capace di difendere l'interesse di questa nazione".
Infine una battuta sulla crisi del governo Draghi a causa dell'aumento delle spese militari: “È a rischio ogni giorno se si parla di temi. La maggioranza sta insieme per interesse e non per visione, per volontà o per capacità di dare risposte sensate ai cittadini - ha spiegato Meloni - normalmente in democrazia è il parlamento che tiene in piedi il governo, in questo caso abbiamo il governo che tiene in piedi un parlamento che è un po' un'anomalia. Per cui dall'alzare la voce all'avere il coraggio di rischiare e andare a casa ce ne passa".