Rappresentanti di Venezuela e Guyana sono attesi alla Corte internazionale di giustizia (Cig) dell'Aja per presentare i rispettivi punti di vista relativamente alla controversia frontaliera sulla sovranità della regione atlantica dell'Esequibo.

DAVANTI ALLA CORTE DOPO IL FALLIMENTO DELLE TRATTATIVE
L'appuntamento, su richiesta della diplomazia di Georgetown, si è reso necessario dopo il fallimento del tentativo di dialogo tra le parti auspicato dal Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.

MA IL VENEZUELA NON RICONOSCE IL RUOLO DELL'AJA
Il governo venezuelano non riconosce tuttavia il ruolo obbligatorio della corte dell'Aja nella vicenda e promette di esercitare "tutte le azioni dinanzi a tutte le istanze legali, diplomatiche e politiche", per rivendicare il diritto "legittimo e irrinunciabile" sul territorio conteso.

CARACAS RIVENDICA LA SOVRANITA' DELL'AREA
Caracas rivendica la sovranità dell'area di Esequibo - chiamata "zona en reclamacion"- dalla fine dell'Ottocento (1899), quando un tribunale nominato dagli Stati Uniti la attribuì alla Gran Bretagna, allora paese colonizzatore della Guyana. Il Venezuela non ha riconosciuto il valore di quella decisione.

NEL 1966 L'ACCORDO DI GINEVRA
Nel 1966, l'accordo di Ginevra - firmato da entrambi i paesi - prevede una commissione mista per concordare una soluzione condivisa. Il contenzioso ha ripreso vigore nel 2015, quando è stato annunciato un ritrovamento significativo di petrolio in un blocco offshore in una zona che il Venezuela ricorda trovarsi nella zona in discussione.