Delega fiscale: scatta l’ora del redde rationem. Dopo lo scontro dei giorni scorsi che ha messo a dura prova la tenuta della maggioranza di governo, con Lega e Forza Italia che si sono messe di traverso (lamentando lo spauracchio di presunti aumenti delle tasse, in particolare per quanto concerne la casa) e il Pd pronto a fare quadrato (tacciando le accuse del centrodestra di "montatura propagandistica"), oggi il premier Mario Draghi dovrebbe incontrare il leader del Carroccio Matteo Salvini e lo stato maggiore del partito del Cavaliere.
La speranza dell’ex “numero uno” della Bce è quella di riuscire a trovare una difficile quadra nei rapporti di forze tra le forze che sostengono il suo esecutivo. D’altronde, che in via Bellerio ci sia ancora chi storca il muso, non è certo notizia di oggi. “Cosa c'è da cambiare sulla delega fiscale? Tutto quello che rischia di provocare un aumento delle tasse, in particolare su affitti, risparmi e casa. Siamo convinti che sapremo spiegare le nostre ragioni al premier, con argomenti convincenti” ha spiegato, non a caso, ancora ieri, l’ex vicepremier del governo gialloverde in un'intervista concessa al “Secolo XIX”.
“Difendere gli italiani significa anche impedire l'ennesima stangata” ha insistito il senatore lombardo. Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino, l’incontro che si profila all’orizzonte, non sembra nascere proprio con i favori del pronostico. Tuttavia Draghi potrebbe avere un asso nella manica. È noto, infatti, come il “superbanchiere” abbia buoni rapporti un po' con tutti i ministri dell’eterogenea maggioranza che lo sostiene, inclusi quelli “politici”.
Tuttavia il feeling con Giuseppe Conte (M5S), e appunto, Salvini, non è mai stato dei migliori. Con Berlusconi, invece, Draghi si è sempre inteso abbastanza bene. I due si conoscono da una vita. Si danno confidenzialmente del tu. E proprio su questo loro rapporto l’attuale inquilino di Palazzo Chigi potrebbe fare leva per provare a trovare un punto d’intesa con il roccioso esponente leghista. Magari puntando a far lievitare il peso specifico del leader forzista all’interno della sua compagine di governo.