di James Hansen
Politicamente il nostro mondo appare diviso più che mai. Così, è in qualche modo confortante che sia stata dimostrata - a sorpresa - l’esistenza di un importante elemento percettivo che unisce l’umanità tutta: l’aroma di vaniglia. Ricercatori dell’Università di Oxford e del rispettato Istituto Karolinska svedese hanno infatti stabilito che, dalle tribù indigene dei più sperduti villaggi delle Ande ai pescatori del Pacifico, passando per i sofisticati residenti delle megalopoli dell’Occidente, è vaniglia l’odore più uniformemente amato attorno al globo.
La scoperta - oltre a essere curiosa e ovviamente utile dal punto di vista commerciale - è anche di considerevole importanza scientifica perché, fino a ora, si dava per scontato che i gusti olfattivi fossero culturalmente mediati - cioè, che le preferenze per certi odori rispetto ad altri fossero fortemente influenzate dall’esperienza personale di un particolare profumo e non tanto da una sorta di predisposizione biologica.
Nove sono le diverse culture esaminate, compresi abitanti urbani degli Usa, del Messico e della Thailandia, come anche comunità isolate di contadini nelle montagne sudamericane, abitanti delle foreste pluviali nel Sud-Est asiatico e villaggi di pescatori sulla costa occidentale dell’America centrale.
Per garantire che i soggetti annusassero tutti la stessa identica sostanza, i ricercatori hanno utilizzato dieci aromi di sintesi. Questi variavano tra odori gradevoli e altri disgustosi. In ordine di “popolarità” misurata, sono stati: oltre alla vaniglia, pesca, lavanda, chiodi di garofano, rose, funghi commestibili, sudore di capra, peperoni verdi guasti, pesce marcio e - per chiudere in bellezza - piedi sudati. I dieci aromi prescelti sono stati selezionati in quanto - secondo studi precedenti - “rappresentativi” di altre circa 500 molecole odorifere comuni nel mondo.
Rimane un mistero. La pianta della vaniglia è un’orchidea originaria dell’America centrale, il cui fiore e baccello appaiono qui sopra in un'illustrazione botanica del 1808. Scoperta dagli europei - dai conquistadores spagnoli - nel 1518, restò a lungo una rarità esotica e arrivò tardi nel mondo rispetto agli altri odori presi in considerazione. Cominciò a diventare in qualche modo “comune” solo a partire dal 19° secolo. Qual’è il segreto del suo “appeal” innato e apparentemente universale? |