La Cina ha confermato di aver siglato un patto di sicurezza ad ampio raggio con le Isole Salomone, con un accordo che i governi occidentali temono possa dare a Pechino un punto d'appoggio militare nel Pacifico meridionale. "I ministri degli Esteri della Cina e delle Isole Salomone hanno firmato di recente l'accordo quadro sulla cooperazione in materia di sicurezza", ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin durante il briefing quotidiano. Ieri, il portavoce del Dipartimento di Stato Usa Ned Price ha ribadito le perplessità su un atto destinato a destabilizzare le stesse Isole Salomone oltre che la regione.
Washington ha annunciato l'invio di due alti funzionari nelle Isole Salomone: Kurt Campbell, il coordinatore indo-pacifico del Consiglio di sicurezza nazionale, e Daniel Kritenbrink, l'assistente segretario di Stato per gli affari dell'Asia orientale e del Pacifico, guideranno una delegazione di funzionari del governo americano e visiteranno anche le Figi e la Papua Nuova Guinea. Una bozza del patto, trapelata online, affermava che le navi da guerra cinesi potrebbero fermarsi nelle Isole Salomone e la Cina potrebbe inviare lì polizia e forze armate "per aiutare a mantenere l'ordine sociale".
Wang ha detto ai giornalisti durante un briefing quotidiano che l'accordo riguarda il "mantenimento dell'ordine sociale", insieme alla protezione di vite e proprietà, alla fornitura di assistenza umanitaria e alla risposta ai disastri naturali.
Il portavoce del Dipartimento di Stato americano Ned Price ha affermato che l'accordo potrebbe destabilizzare le Isole Salomone e stabilire un precedente preoccupante per la più ampia regione del Pacifico. "La natura ampia dell'accordo sulla sicurezza lascia aperte le porte al dispiegamento di forze militari cinesi alle Isole Salomone'', ha detto Price. L'Australia si è detta preoccupata per la mancanza di trasparenza e per l'effetto di destabilizzazione dell'accordo nell'Oceano Pacifico.