di Riccardo Galli
Termovalorizzatore, cioè un impianto, uno stabilimento che tratta i rifiuti urbani e, per quel che se ne può, ne ricava energia e soprattutto libera da orrende e nocive discariche e dalla ipocrisia costosa e isterica del pagare per spedire i rifiuti ad impianti, a termovalorizzatori lontani dal cortile di casa. Finalmente, dopo decenni ormai, un sindaco di Roma dice che a Roma un termovalorizzatore si farà. Un atto, quello di Gualtieri, ovvio, perfino obbligato se parametrato alla realtà. Un atto dirompente, di estremo e scandaloso coraggio se invece parametrato ai riti elettorali della politica e ai comandamenti del pensiero magico-mistico prole di incestuoso rapporto tra pubblica opinione e demagogia.
Termovalorizzatore, il demonio - Termovalorizzatore non passerà: per M5S è sempre stato una incarnazione del demonio. Perché? Perché se lo fai da qualche parte deve pur stare. E questo era impensabile per il pensiero M5S: la gente o almeno un comitato lì non lo vuole e là nemmeno e neanche in un altro lì e là...Quindi non si deva fare. E perché la gente (o almeno un comitato) il termovalorizzatore non lo vuole da nessuna parte? Perché...fa paura. Paura di che? Di niente di preciso ma di tutto in generale. I termovalorizzatori ce li hanno in altre parti d'Italia e in tutta Europa e nessuno si turba, da qualche parte ci sciano anche sopra? Niente paura, a Roma non ce n'è bisogno, i rifiuti secondo magico pensiero non hanno bisogno di impianti, si dissolvono per volontà popolare.
Termovalorizzatore, no pasaran - Il termovalorizzatore non passerà, è stata a lungo la linea di condotta del Pd a Roma e in Regione, in particolare la linea di Zingaretti. Perché? Perché ormai dire impianto e rifiuti vuol dire perdere voti e avere grane. Quindi...E perché la base elettorale e non solo del Pd è piena di comitati e perché i comitati sono oracolo e perché sindacati mica ci stanno, rivolgersi a quelli che comandano in Ama.
Adesso la rivincita della palude - Sindaco Gualtieri ha detto un no a M5S, ai sindacati, ai comitati e alla complicità ignava di non poco Pd e un sì a Roma città civile da vivere senza coabitazione con la monnezza. Ma già mobilitano le forze della rivincita: comitati, iter autorizzativi, ricorsi, dilazioni...Si proverà alla grande ad affogare in fasce il termovalorizzatore nella palude dei cavilli, delle carte, dell'allungare il tempo, del qui no, magari là...
Termovalorizzatore, se lo sa Conte...- In tv Giuseppe Conte a domanda se voterebbe per Le Pen o Macron ha dribblato ed eluso la risposta. Non ha ritenuto opportuno dire no a Le Pen, è rimasto un passo indietro perfino a Melenchon, e il tutto con l'argomento del tutto "avvocatesco" del "M5S non partecipa ad elezioni francesi". Che c'entra con il termovalorizzatore a Roma? Come fa un'alleanza elettorale e in prospettiva di governo a stare in piedi tra Pd di Letta che sta senza se e senza ma con Macron e con Conte che per l'occasione fa il Pilato? Come fa a stare in piedi il "campo largo" e pure "progressista" tra il Pd che sta senza se e senza ma con la Nato e con l'Ucraina e vasta porzione (Conte compreso) che sta con il tutto per la pace e nel tutto ci sta che Ucraina si arrenda, ceda territorio e sovranità, che Putin abbia soddisfazione? Proprio alla stessa sghemba e improbabile maniera del come fa a stare in piedi un'alleanza tra chi sa che un termovalorizzatore per i rifiuti urbani fa bene alla convivenza civile e alla civile decenza e chi invece lo vede come diabolica creatura al servizio di maligni poteri che avvelenano, come fanno le scie chimiche in cielo.