DI MARCO FERRARI

La Francia ha avuto tanti attori di origine italiana come Yves Montand, Serge Reggiani, Jean Paul Belmondo e Lino Ventura, ma lui era forse il più italiano tra i volti d’oltralpe: è deceduto a Parigi all'età di 80 anni l'attore, regista e produttore francese Jacques Perrin. “La famiglia ha l'immensa tristezza di informarvi della scomparsa del cineasta Jacques Perrin. Si è spento nella pace all'età di 80 anni", si legge nella comunicazione trasmessa dal figlio, Mathieu Simonet. Jacques Perrin era nato a Parigi il 13 luglio 1941 con il nome di Jacques-André Simonet, assumendo poi il cognome della madre per la sua carriera artistica. A partire dagli anni Cinquanta, ha girato oltre 70 film, tra cui grandi successi come “Les demoiselles de Rochefort” nel 1967 e “Peau d'âne” nel 1970. Ma è stata l’Italia a dargli i maggiori successi, pur non avendo radici nella penisola, grazie alla sua faccia semplice e al suo sorriso cordiale, ma anche alle espressioni enigmatiche, fatte spesso di lunghi silenzi: un volto che davanti alla macchina da presa pareva trasmettere il desiderio di riflessione.

Come nel ruolo del giovane Lorenzo Fainardi, innamorato pazzo di Claudia Cardinale, nel film “La ragazza con la valigia” di Valerio Zurlini del 1961. Sempre con Zurlini l’anno successivo è l’interprete principale di “Cronaca familiare”, tratto dall'omonimo romanzo autobiografico di Vasco Pratolini, vincitore del Leone d'oro alla Mostra del cinema di Venezia. È la storia di due fratelli, interpretati da Marcello Mastroianni e Jacques Perrin, che vengono separati alla morte della madre, ma che poi vengono riuniti a causa di difficili circostanze familiari. Descritto come uno dei film "maschili" più commoventi nella storia del cinema, “Cronaca familiare” è un esempio unico di due grandi interpretazioni parallele, Mastroianni e Perrin.

Nel 1966, Perrin batte un record: si aggiudicò due premi come miglior attore al Festival di Venezia con due pellicole differenti, per il film italiano "Un uomo a metà" di Vittorio De Seta e per il film spagnolo "La busca" di Angelino Fons. Ancona con Valerio Zurlini interpretò uno dei capolavori della cinematografia italiana, “Il deserto dei Tartari" del 1977 nel ruolo del giovane protagonista, il tenente Giovanni Drogo. Perrin era noto anche a teatro: in quegli stessi anni interpretò per più di 400 volte “L'Année du bac” sui palcoscenici parigini. A renderlo definitivamente italiano nel 1988 fu il ruolo di Salvatore da adulto nella pellicola "Nuovo Cinema Paradiso" di Giuseppe Tornatore, premiato con l'Oscar al miglior film straniero nel 1990: celebre la sequenza finale, con i baci censurati nel corso degli anni, ma “salvati” dal vecchio proiezionista, interpretato da Philippe Noiret, sulle note indimenticabili di Ennio Morricone. È lo stesso Tornatore che appare nella cabina di proiezione nella sequenza finale del film. Memorabile fu anche la sua interpretazione nell’opera "In nome del popolo sovrano" (1990) di Luigi Magni, film storico-risorgimentale, dove recitò nelle vesti del frate Ugo Bassi. Uomo di cinema impegnato in una fitta filmografia dall'ampio respiro europeo, Jacques Perrin ha anche co-prodotto una quindicina di film dagli anni Sessanta ad oggi, tra cui ''Z'' (1968) di Costa-Gavras, "Il deserto dei Tartari" (1977) di Valerio Zurlini, ''Les Choristes'' (2004), del nipote Christophe Barratier. Particolarmente legato alla lotta in difesa della natura, la sua battaglia di una vita intera, ha coprodotto numerosi documentari su questo tema, tra cui "Le Peuple singe" (1989), "Microcosmos: il popolo dell'erba" (1996) o "Himalaya: l'infanzia di un capo" (1999). In seguito, ha realizzato lui stesso dei documentari, Océans (1999) e "Il popolo migratore'' (2001) che venne visto da 2,9 milioni di spettatori soltanto in Francia e si aggiudicò il Premio César per il miglior documentario nell'anno 2011. Il suo ultimo ruolo al cinema è stato in “'Goliath”, un thriller di Frédéric Tellier, uscito in Francia lo scorso marzo, che affronta la questione delle lobby e dei pesticidi. 

Tra le sue collaborazioni il regista e scrittore Pierre Schoendoerffer Costa-Gavras. Da questo ultimo sodalizio arrivò il famoso “Z ‒ L’orgia del potere” che vinse l’Oscar come migliore film straniero nel 1970 e in cui Perrin interpretò anche il ruolo del fotoreporter. Non solo attore e regista ma anche produttore di successo: nel 1977 vinse l’Oscar per il miglior film straniero con “Bianco e nero a colori” di Jean-Jacques Annaud. Negli anni ’80 si era dedicato anche alla produzione televisiva di programmi giornalistici.