Franco Esposito

 

Clamoroso, inaudito. É successo a Napoli, città qua e là prigioniera degli illegali. Là dove lo Stato latita e le istituzioni cittadine non pervenute. Napoli alla mercè dell'arroganza dei parcheggiatori, protagonisti di un grave episodio di violenza: scacciati i carroattrezzi dai padroni della sosta. Un solo grido da parte degli illegali arroganti: “Questa zona è nostra”. Un grido da padroni, non una protesta pura e semplice. Gli abusivi hanno passato il segno. 

L'arrogante violenta reazione contro l'intervento dei mezzi di rimozione del Comune di Napoli. E la protesta condita con  minacce e violenza in via Chiatamone all'incrocio con via Santa Lucia, dove ha casa l'ufficio del governatore della Campania,  Il grave episodio in una giornata di caos e di passeggio. E l'ordine, qualcosa più di un invito perentorio, rivolto agli operatori alla guida dei carroattrezzi: “Ora andare via, qui comandiamo noi”. 

Prima città a liberarsi dai nazisti, a settanta di distanza da Napoli ci sono ancora pezzi del territorio ostaggio dei parcheggiatori abusivi. Una cosa decisamente odiosa, inaccettabile. Proprio nel giorno della Liberazione. Il quartiere Chiaia è il centro dell'inammissibilità della protesta. Il quartiere in costante sofferenza sotto gli effetti della movida nei fine settimana. Sarebbe salutare e opportuno un drastico intervento di polizia, diversamente il destino del quartiere sarà definitivamente nelle mani degli abusivi. 

Rende, e come se rende, l'abusivismo ai parcheggiatori illegali. “Incassano in nero dai 1600 i 6mila euro al mese”, denuncia il consigliere di Europa Verde, Francesco Borrelli. “Tra i personaggi schierati contro gli addetti alla rimozione, c'era anche chi mi aggredì e che io denunciai". Questa volta è toccato agli uomini dell'imprenditore Guido Bourelly, titolare della società privata che gestisce anche le ambulanze del 118, impegnati nell'intervento di rimozione, vanificato dalla rumorosa scomposta protesta dei parcheggiatori abusivi. “Ci minacciavano, così ho ordinato di lasciare l'area”. Una sconfitta o che cosa? Una chiara dimostrazione di impotenza, figlia dell'assoluta mancanza di una precisa strategia. 

Gli abusivi della sosta, in quella zona, sono radicati nelle viuzze a monte di via Santa Lucia, meglio conosciute col nome di Pallonetto. Un tempo il regno dei venditori ambulanti di sigarette, oggi di temuti abusivi. Hanno mandato via i carri gru presenti sul posto per prelevare le auto in doppia fila. Allontanati i mezzi che tentavano un minimo ripristino della legalità e delle regole, gli abusivi hanno continuato a fare affari fino a notte fonda, indisturbati. Il massimo dello sfruttamento del pienone al quartiere Chiaia il giorno festivo della Liberazione. 

Liberato il Lungomare dalle criticità ormai tipiche nel fine settimana e nei giorni di festa baciati dal bel tempo, i vigili urbani impegnati nel giro di perlustrazione nella zona non sono stati avvertiti di quanto accadeva all'incrocio di via Chiatamone con via Santa Lucia. La situazione ha assunto presto pieghe drammatiche: nessuno ha chiamato la polizia o i carabinieri. Un classico esempio di omertà o di strafottenza, a protezione dell'arroganza dei parcheggiatori abusivi. Chiedere soldi a chi parcheggia è identificabile con il reato di estorsione. 

A questo punto una domanda si fa strada in maniera spontanea: perchè gli operatori dei carri non hanno chiamato le forze dell'ordine? Sì, non toccava a loro farlo, sono dipendenti di una ditta privata, che fitta al Comune i carroattrezzi. Si sono attenuti alla procedura, l'hanno rispettata. Hanno chiamato il titolare della ditta, gli è stato  chiesto di sollecitare l'intervento dei vigili urbani. Il titolare si è limitato ad ordinare “andate via, e subito, altrimenti finisce male”. 

La ritirata identificata come la soluzione migliore. Una scelta arbitraria, opinabile, non condivisibile.  Ne è conseguito un evidente corto circuito. Come pure un pericoloso precedente. Il Comune ha aperto un'istruttoria sulla mancata chiamata a vigili urbani e forze dell'ordine. É auspicabile che sindaco e assessori non si fermino all'aspetto formale. Necessitano grande sostanza e massima determinazione. Lo impone la situazione che rischia di diventare endemica nella sua drammaticità. 

A quell'ora, le tre del pomeriggio, l'area di via Chiatamone è da bolgia dantesca. Un vero inferno. I vigili sono piombati sul posto su segnalazione di un cittadino. “Ci sono auto in sosta in doppia fila”. Il caos totale, complice anche la presenza massiccia di turisti e di napoletani invasori della zona. Ma quando arrivano i carri gru, sul posto trovano i vigili. 

Gli operatori si dedicano all'attacco dell'auto in divieto di sosta. É il primo faccia a faccia dei parcheggiatori abusivi con i vigili. Inferociti gli abusivi, i loro clienti hanno rimediato la multa per sosta vietata. Ma sono anche irritati dalla presenza dei carroattrezzi. 

Ma c'è dell'altro, e fa venire il voltastomaco alle persone provviste di un ninimo di buonsenso: violata la potestà dei parcheggiatori abusivi sul suolo pubblico. Una vera e propria terra di nessuno nel cuore degli ingorghi di traffico, dal venerdì sera alla domenica sera. In quei giorni il pezzo più pregiato di Napoli è patrimonio (ingiustificato e inaccettabile) degli abusivi della sosta. In rappresentanza anche dei clan camorristici. Vogliamo parlare dei soldi? Giusto che se ne parli: per gli abusivi ed eventualmente per la camorra si tratta di tanti, tanti soldi. 

Il sommerso facile e produttivo. Napoli la vittima, l'unica a rimetterci.