Abbiamo ricevuto e visionato attentamente una copia della dichiarazione, che l'Ambasciatore d'Italia in Uruguay, dottor Iannuzzi, ha reso: “ai sensi dell’art. 2, comma 2, lettera e), del DPCM 15 settembre 2017”, relativo alla domanda di contributi per il 2021 a favore della testata ‘La Gente d’Italia – cronache degli italiani nel mondo’. Si tratta perciò della “dichiarazione del competente capo dell'ufficio consolare italiano di prima categoria, che attesti che la testata è diffusa presso la comunità italiana presente nel Paese di riferimento e riveste interesse per la stessa”. Con riguardo alla succitata dichiarazione, prospettiamo alcune interpretazioni, che noi forse non siamo riusciti a chiarire negli anni di dialogo – non sempre facile e spesso inesistente – con l'attuale Ambasciatore. Egli afferma, correttamente, che La Gente d’Italia è uscita: “con cadenza pressoché quotidiana” dal 28 febbraio al 19 dicembre 2021, e che “ciò è avvenuto solo attraverso un accordo di stampa e distribuzione con il quotidiano El Pais, che conta la maggiore tiratura nel Paese”. Fin qui tutto vero. Tale accordo, però, secondo il dottor Iannuzzi, non consente “una scelta di acquisto separato”, né “una vendita libera e autonoma a vantaggio della collettività italiana”, né “una valutazione delle scelte da parte del lettore”, e ne “deriva che non è rilevabile né misurabile la penetrazione nella Collettività”. Chiediamo gentilmente di conoscere la fonte ufficiale e vedere il rapporto scritto che ha permesso al dottor Iannuzzi di denunciare che: "non è rilevabile né misurabile la penetrazione de La Gente d'Italia nella Collettività", nonostante El Pais dichiari che, grazie a La Gente d'Italia le loro vendite – nel primo anno e insieme con noi – siano aumentate del 12 per cento e il sito internet, dove il nostro quotidiano è scaricabile GRATIS, presenti punte giornaliere di oltre 20mila lettori. Evidentemente il dottor Iannuzzi non è stato informato che fin dal termine del primo anno di applicazione dell’accordo tra El Pais e La Gente d’Italia, El Pais ha riscontrato il citato aumento del 12% delle vendite, dato non indifferente, visto che, come lo stesso Ambasciatore nota, El Pais: “conta la maggiore tiratura nel Paese”. Come si può cercare di inculcare dubbi sul lavoro di professionisti dell’informazione senza produrre alcun valido riscontro? Inoltre, è davvero strano che l'Ambasciatore ricordi soltanto adesso questo particolare e non lo abbia menzionato nella relazione dello scorso anno. Questo giornale è stato sempre distribuito in “panino" prima con Ultimas Noticias, poi con La República e oggi con El Pais. La legge prevede queste veicolazioni e noi la rispettiamo da 18 anni, con costi maggiori, al fine di una diffusione altissima. Che cosa è cambiato oggi? A cosa dobbiamo questa strana valutazione? Ci sono altre considerazioni che desideriamo sottoporre all'attenzione dell'Ambasciatore. Tutte le leggi che istituiscono e normano le rappresentanze delle comunità italiane all’estero sanciscono l’esigenza di “favorire l’integrazione dei cittadini italiani nelle realtà locali” (Art.2, comma 4, legge 286/2003 istitutiva dei Com.It.Es.), nonché di “favorirne l’integrazione nelle società di accoglimento e la partecipazione alla vita delle comunità locali”, (Art. 1, comma 2, della legge 368/1989, istitutiva del CGIE). Non esiste maniera migliore di raggiungere questi risultati che offrire alla Collettività l’opportunità di acquistare due quotidiani al prezzo di uno e leggere non solo il quotidiano italiano, ma anche il maggiore quotidiano dell’Uruguay, favorendo così una crescente familiarità dei nostri connazionali con l’uso della lingua spagnola. Di converso, questo stesso connubio di quotidiani stimola il desiderio di imparare l’italiano non solo negli italodiscendenti dell’emigrazione tradizionale, ma anche negli uruguaiani, attratti dalla dovizia di informazioni e temi presentati da La Gente d’Italia. In questo modo si potenziano le occasioni e le opportunità di promuovere la diffusione della nostra lingua, del Sistema Italia e del Made in Italy presso tutta la popolazione dell’Uruguay. Forse il dottor Iannuzzi non ha mai saputo, o forse ha dimenticato, che i quotidiani italiani La Repubblica e il Corriere della sera sono usciti per anni in panino con America Oggi negli USA, La Voce d’ Italia a Caracas e La Nacion a Buenos Aires. In ogni caso, al di là dei numeri delle vendite del cartaceo – che possono essere facilmente verificati, ai quali si dovrebbero aggiungere anche le decine di migliaia di visite giornaliere al sito e le interazioni sulla pagina Facebook – disconoscere il ruolo de La Gente d'Italia nella Collettività vuol dire non aver voluto prendere atto della realtà, dimostrata dai numerosi messaggi di solidarietà ripetutamente espressi al giornale da parte delle associazioni. L'Ambasciatore stesso enumera l’ampia varietà degli argomenti affrontati da La Gente d’Italia, e di questo lo ringraziamo. Ma aggiunge che: “Numerosi articoli risultano integralmente ripresi dalle maggiori agenzie”, come se questo fosse un fatto insolito per qualunque giornale che non ha la tiratura di milioni di copie e la possibilità di contare su centinaia se non migliaia di giornalisti in tutto il mondo, i quali ultimi, peraltro, a loro volta si servono delle agenzie internazionali e locali. Ciò è tanto vero che lo stesso Dipartimento per l’Editoria garantisce ai giornali degli e per gli italiani all’estero abbonamenti alle massime agenzie. L’eventuale coincidenza di alcune informazioni in lingua spagnola nei due quotidiani (El Pais e La Gente d’Italia) non fa che confermare quanto abbiamo appena scritto, vale a dire che tutti i quotidiani del mondo si avvalgono delle stesse fonti di agenzia. Ma non si può ignorare né sottovalutare che La Gente d'Italia ospita giornalmente firme prestigiose della stampa, dell’editoria e della politica italiana. Dottor Iannuzzi, ci rivolgiamo direttamente a Lei, ci perdoni se affermiamo che non ci è apparso del tutto logico il fatto che la seconda parte della sua dichiarazione, che si apre con le seguenti parole: “Fatto salvo l’imprescindibile diritto alla libertà di stampa” e con la corretta affermazione: “se fosse pertinente nel contesto di questo parere”, sia stata invece da Lei sviluppata come un vero j’accuse. Lo ripetiamo: il dialogo fra Lei e Noi non è mai stato facile. Avvalendoci di quanto lei stesso scrive, “se fosse pertinente nel contesto di questa nostra risposta” potremmo a nostra volta citare alcune sue antiche dichiarazioni sull’inesistenza della redazione de La Gente d’Italia (“un punto d’ appoggio” scrisse, paragonandola a una sorta di panchina alla fermata degli autobus) smentite dalla foto che la ritrae nella sede del giornale insieme al Direttore Porpiglia e ad alcuni giornalisti. Sarebbe doveroso smentire il suo vecchio commento sulla “inesistenza” di un giornale, premiato dal Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella. Bisognerebbe sfatare l’addebito, da Lei fatto al giornale, di “divisività e noncuranza verso le Associazioni” che, al contrario, hanno scritto a decine a favore del nostro quotidiano. Ambasciatore, forse lei ci accusa di dividere la Collettività rifacendosi alle nostre prese di posizione in favore della legalità? Ne ricordiamo una fra tutte, l'estromissione di Adriano Cario dal Senato per brogli – schede false – contro il vero vincitore, allora candidato, ora Senatore, Fabio Porta. Sì, è vero, abbiamo lanciato anche una petizione, che ha raccolto migliaia di firme al solo fine del ripristino della legalità, non in favore di questo o quel personaggio, ma per impedire la conferma di un’elezione basata su estremi di reato. Cario, da parte sua, ha avuto la possibilità di difendersi, con l’aiuto del Movimento cui era passato dopo la sua apparente elezione, ma non ha potuto dimostrare la validità dei voti ricevuti. Noi “divisivi”? Al contrario, questa Direzione dà voce a tutti, al servizio di un sano e corretto giornalismo, che impone di pubblicare tutte le versioni contrastanti della medesima notizia o presa di posizione, senza commenti, perché è il lettore che deve farsi la sua idea. Questo non si chiama dividere, ma fornire tutti gli strumenti di conoscenza affinché chi legge possa scegliere e decidere. A tutt’oggi, ad esempio, non capiamo le ragioni del Suo ordine di vietare l’ingresso a un giornalista de La Gente d’Italia, Matteo Forciniti, in occasione dello spoglio delle schede per l’elezione del Comites di Montevideo, decisione di una gravità inaudita perché, per legge, lo spoglio è pubblico, aperto a tutti. Ma in questo caso non è stato aperto alla stampa, non a La Gente d’Italia, colpevole di raccontare le cronache dei fatti, nel bene e nel male. Non è di certo colpa nostra se le elezioni del Comites sono state un totale fallimento rappresentativo, quando si considera che – su una popolazione di oltre 130mila cittadini italiani iscritti all’AIRE – hanno espresso preferenze appena 3.600 persone, addirittura 1.000 in meno di quelli che hanno esercitato l’opzione e si sono registrati per poter votare. Non è colpa nostra se molti connazionali che vivono all’interno del Paese ci hanno detto e scritto che in pratica non sapevano nulla di quelle elezioni, non essendoci stata un’adeguata comunicazione ufficiale. Forse sarebbe stato utile, per non dire necessario, inviare diplomatici e funzionari nelle sedi delle associazioni decentrate per spiegare bene i meccanismi elettorali e le vere funzioni del Comites. Non è colpa nostra se in Uruguay è scoppiato un vero e proprio caso in merito ai call center – illegali per il nostro Paese – che, su pagamento di 500 dollari, fissano un appuntamento per l’erogazione del passaporto – cosa che dovrebbe avvenire gratuitamente – ma forse, alla fine, i cittadini cedono per sfinimento ed esigenze di vario genere. Non è colpa nostra se l’ambasciata è finita sui TG e sui giornali di tutto il mondo per l’omicidio del giovane Luca Ventre, un italiano come noi, che vi cercava rifugio e vi ha trovato la morte. È urgente la necessità, ancora inevasa, di far luce su questo tragico evento. La priorità di questa ambasciata non può consistere soltanto nel costruire una nuova area consolare, che costerà due milioni di dollari. Ma, a quanto pare, i cattivi siamo noi de La Gente d’Italia, perché ci permettiamo di raccontare i fatti, esercitando i doveri deontologici di informazione attribuiti alla stampa. Non tutto è rose e fiori, in Uruguay e nel mondo. E il pubblico dei lettori ha il diritto di saperlo. Lei scrive ancora che abbiamo usato “toni minacciosi o allusivi fondati su dati irrazionali e informazioni imprecise o incomplete”, ma non denuncia quali, quando e come. Non solo, Lei scrive ancora che “questo impianto denigratorio si è esteso anche a danno degli interessi imprenditoriali e della reputazione delle altre testate giornalistiche”. La preghiamo di volerci dire di quali imprese e di quali testate si tratta. Per quanto ne sappiamo, non esistono altre testate, a parte il mensile “Spazio Italia”, generato sul web, col quale abbiamo un ottimo rapporto giornalistico. Affermiamo invece con forza che questa Direzione non ha mai cessato di pubblicare e di dare il massimo rilievo a tutta l’informativa, le iniziative e gli eventi organizzati da Ambasciata, Consolato, ICE, ENIT, Istituto italiano di Cultura e tutte le Istituzioni italiane che rappresentano l’Italia e il Sistema Paese in Uruguay. Le collezioni sono a disposizione e "parlano" da sole, contraddicendo quanto Lei denuncia nella Sua valutazione che, alla luce della realtà, appare davvero soggettiva e in gran parte arbitraria. Questo Suo biasimo viene smentito per tabulas anche dalla circostanza che, dalla stessa Ambasciata, continuano a provenire dichiarazioni, scritte e documentate, di sincero apprezzamento e ringraziamento “per la consueta collaborazione”, come affermato recentemente dal Primo Segretario, Dott. Alberto Amadei, con riferimento alla richiesta di pubblicazione di una nota stampa sulla conferenza “Dialoghi Antartici. La ricerca scientifica odierna nelle basi Italiane in Uruguay”, svoltasi a Montevideo in occasione della Giornata della ricerca italiana. Le chiediamo gentilmente di voler citare e denunciare anche un solo evento non seguito dal nostro giornale, anche quando nessun invito è stato inviato alla nostra segreteria, e nonostante che, da almeno due anni, le attività diplomatico-consolari non siano più anticipate, come di norma, a questo giornale. Ovviamente ne consegue la - forse voluta – precostituzione della critica che questo giornale non sia attento e non voglia informare la Collettività sulle manifestazioni dell'Ambasciata o dell'Istituto di cultura. Siamo quindi costretti a ritenere che le Sue dichiarazioni costituiscano in definitiva un tentativo di censura, non legittimato da alcun dettame di legge o degli organi dell’esecutivo o della pubblica amministrazione di entrare nel merito delle scelte editoriali di un giornale e, tanto meno, della linea editoriale, e quindi una palese violazione della libertà di stampa, tutelata dalla nostra Costituzione. A questo proposito, Le ricordiamo i precetti dei primi due commi dell’Articolo 21 della bellissima Costituzione italiana: “Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”, in particolare, aggiungiamo noi, quando tali censure, non richieste dalla legge, possono trasformarsi in un impedimento al sereno svolgimento del lavoro di informazione da parte dell’unico quotidiano italiano oggi edito in Uruguay e in Sudamerica. Siamo pronti, insieme con i proprietari, a confutare ogni considerazione e giudizio distorto, da chiunque provenga, specie se apparentemente diretti a tentare di far chiudere questo giornale. Se Lei, dottor Iannuzzi, è convinto che questo giornale non svolga il ruolo di informare la collettività in Uruguay, ne specifichi e alleghi le prove concrete, non si basi soltanto su una narrativa abilmente confezionata a tale scopo. Questo ci porta a un’ultima considerazione. È davvero molto strano, a nostro avviso che, per 18 anni consecutivi, Ambasciatori e Comites hanno sempre elogiato il lavoro svolto da La Gente d’Italia nei confronti della collettività. Per loro non siamo mai stati divisivi o disutili, come Lei invece afferma. Oggi non è cambiato nulla, ci sono la stessa Direzione, la stessa Redazione, lo stesso "panino", anche se con differenti giornali: Ultimas Noticias, La República, El Pais. Sinceramente, non crediamo che per 18 anni i suoi predecessori non abbiano capito nulla o, peggio, abbiano dichiarato il falso e nella Sua relazione non riscontriamo alcuna prova delle Sue affermazioni negative nei nostri confronti. Questa Sua relazione, insieme a quella illegittima della maggioranza del Comites di Montevideo, rischiano però di attentare al nostro lavoro quotidiano di professionisti seri, che potrebbe anche cessare di esistere fra qualche giorno, come ci ha anticipato il Direttore. Questo attacco stranamente congiunto è rivolto non soltanto contro tutti i lavoratori de La Gente d’Italia, ma soprattutto contro la libertà di stampa. Si tratta di un attacco infondato, che sarà oggetto di una nostra doverosa denuncia alla Federazione Nazionale della Stampa, all’Ordine dei giornalisti e al Ministero degli Esteri. Difenderemo il nostro lavoro e la nostra professionalità in tutte le sedi, anche giudiziarie, ove necessario. Malgrado le citate, inesplicabili, prese di posizione, piaccia o no a chiunque, compresi l'Ambasciatore e la maggioranza del Comites di Montevideo, questo giornale continuerà a denunciare, in qualunque maniera possibile e consentita, le cose che non vanno in Uruguay e nel resto del mondo. Perché abbiamo giurato di farlo quando siamo diventati giornalisti professionisti e il nostro giuramento guida e determina i nostri comportamenti.
IL COMITATO DI REDAZIONE
STEFANO CASINI, MATTEO FORCINITI, ROBERTO ZANNI