di Lucio Fero
Svezia-Finlandia, doppio Sì alla Nato, due richieste, in stretta e coordinata successione, di adesione alla Nato. Una condivisa e chiara motivazione della scelta di aderire ad una alleanza militare: una minaccia militare incombente e manifesta, quella che viene da Mosca. La Russia che attacca e invade l’Ucraina è il motivo, urgente e pressante, che ha spinto e convinto governi e pubblica opinione di Stoccolma ed Helsinki. Due secoli di neutralità per gli svedesi e 90 anni di postura neutrale per in finlandesi non appaiono più loro garanzia né reale né minima quando c’è uno Stato, la Federazione Russa, che teorizza di “spazi slavi vitali” fa marciare l’ideologia del sangue e della terra sui cingoli dei carri armati. Svezia e Finlandia vogliono entrare nella Nato per essere dalla Nato protette, militarmente protette.
Mosca ha reagito bollando come “Grave errore gravido conseguenze” la scelta di Svezia e Finlandia. Condanna netta, minaccia più esplicita che implicita. Ma Stoccolma ed Helsinki hanno valutato che più di quanto ha fatto in tema di minacce riportando la guerra in Europa, Mosca non può minacciare. Difficile dire se Putin e i suoi consiglieri avessero messo in bilancio della “Operazione militare speciale” come effetto collaterale anche l’adesione di Svezia e Finlandia alla Nato. Lo sanno solo loro, legittimo sospettare non avessero neanche lontanamente immaginato, immaginando invece una guerra lampo e trionfale in Ucraina tale da zittire tutti per indotta paura e comunque indurre tutti ad accettare il dato di fatto. In ogni caso la propaganda che narra di guerra, quasi santa, alla Nato, per impedirle di espandersi, avrebbe a Mosca bisogno di qualche ritocco: l’Operazione militare speciale al suo terzo mese ha portato nella Nato due paesi prima neutrali e portato la Nato ai confini russo-finlandesi: circa 1.300 km in più di prima.
Nato, della Nato fa parte la Turchia. La richiesta di adesione alla Nato è libera, l’accettazione di tale richiesta deve essere fatta da ogni Stato membro dell’alleanza. Subito la Turchia ha detto che il suo sì non era gratis. Erdogan vuole soddisfazione e contro partita. La prima, la più visibile, dovrà essere minore accoglienza e sostegno in Svezia soprattutto ai curdi e alle loro organizzazioni. Poi Erdogan ha tanti di quei dossier aperti che non avrà difficoltà a trovare partite di giro politico-finanziarie dove farsi remunerare il suo nulla osta a Finlandia e Svezia nella Nato. Insomma alla fine anche la Turchia ci sta. Ma…li occidentali: Salvini ha detto no
Ma, se Erdogan alla fine tratta e ci sta, Stoccolma ed Helsinki vivono ore di ansia se non di angoscia. E analoga preoccupazione pervade Londra e Washington, Berlino e Parigi e Madrid e Lisbona e Atene. Echi di disorientamento giungono anche dal Giappone e dall’Australia e dalla Corea del Sud, insomma da tutto lo schieramento di alleanze militar-politiche dell’Occidente. Salvini ha detto no all’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato. E adesso come si fa? Salvini ha detto che va “messo in lista di attesa”. E ora come si fa a procedere? Già Giuseppe Conte aveva pubblicamente rivendicato d aver ammonito non solo Draghi ma anche Biden e di aver opportunamente preso entrambi per l’orecchio per riportarli sulle vie della pace mentre dirazzavano in sguazzi bellicisti. Ora l’Occidente tutto si trova a segnare il passo per l’altolà di Salvini a Svezia e Finlandia nella Nato, dopo che lo stesso Occidente ha dovuto ingoiare l’ammonimento, severo, di Conte.
E, siccome il ridicolo non è più riconosciuto come tale nella vita pubblica italiana, ecco che sui giornali e nelle dichiarazioni appare niente meno che il sollievo e compiacimento a Mosca per altolà e ammonimenti salviniani e contiani. Una volta si diceva: guardare il proprio ombelico e pensare sia il centro del mondo…oppure si diceva: anche le pulci hanno la tosse…Qui si è oltre, in altra sfera dalla anche ingenua presunzione provinciale. Si è oltre e altrove anche dal pallonismo gonfiato che grottescamente sopravvaluta il suo peso e ruolo sulle sorti del mondo. Qui si è dinanzi ad una maestosa, meditata, convinta, militante inconsapevolezza della natura e funzione del senso del ridicolo. Senso che l’evoluzione ha beneficamente sviluppato ma che via via elettorati, informazione, chiacchiera e vita pubblica hanno malauguratamente cancellato.