Da quando Draghi è tornato da Washington e ha rilanciato i negoziati (“Russia, Ucraina è Usa si siedano ad un tavolo, Mosca non è più Golia”) molti punti di vista sono cambiati. Molte preoccupazioni stanno crescendo. L’asse anti-Mosca tra Biden e Johnson (“Londra proteggerà Svezia e Finlandia”). Talune dichiarazioni allarmanti (“guerra lunga, rischio atomica”). La presa di posizione del ministro degli Esteri russo contro l’Onu (“Il segretario generale Guterres ha perso l’occasione per un accordo di pace”).
Ecco tutto questo bailamme – di parole, minacce e propaganda – ha alzato l’asticella dell’inquietudine. Ci mancava poi solo l’attacco hacker all’Italia dei pirati informatici russi del famigerato gruppo “Killnet” (“È l’inizio della vostra fine”) per alimentare nuove paure.
A proposito. Perché le nostre cyber difese sono ancora un colabrodo ? Eppure c’è una legge del 4 agosto 2021 fatta apposta per garantire la cybersicurezza nazionale. Campa cavallo. Siamo alle solite. Cioè lenti. Pressapochisti. Dopo quasi un anno l’Agenzia deve ancora reclutare le unità necessarie. Cosa aspettiamo?
Al contrario di taluni nostri governanti, i cittadini sono (sembrano) più reattivi. Almeno a dare retta agli ultimi sondaggi. Per contenere le spese e i consumi energetici, il 56% è disposto a qualche disagio e il 73% eviterebbe di impostare i condizionatori al di sotto dei 27 gradi. Di più: il 62% è pronto a rinunciare all’auto per gli spostamenti quotidiani e il 75% preferisce spostarsi con il più ecologico treno. Dati incoraggianti ma ancora distanti dalle attese auspicabili. E l’indipendenza energetica da Mosca richiede tempo. Il Financial Times è riuscito a vedere in anteprima il piano di Bruxelles (ancora in bozza) e conclude dicendo che con le misure allo studio ci vorranno 5 anni per liberarci dal gas russo.
Quasi la metà degli italiani (e non è poco) fatica a comprendere il dilemma posto da Draghi nella conferenza stampa del 7 aprile quando, in risposta ad un giornalista, disse: “Lei cosa preferisce, la pace o i condizionatori accesi?”. L’aut aut di Supermario ha innescato un dibattito crescente e non pochi distinguo. Solo un 25% ( pare costituito da ceti medio-alti) è pronto a smettere immediatamente di acquistare risorse energetiche russe (“a tutti i costi “). Gli italiani puntano sulle energie rinnovabili (61%) e il 45% vuole lo sblocco delle concessioni di gas in Italia, il 69% invoca auto elettriche e ibride. Ultimo paradosso per il popolo italico – quello del film “Il sorpasso “ – abbassare i limiti di velocità. Lo chiede il 55%. Siamo così tanto cambiati o ci piace la patacca?