di Fabio Porta
Erano duecentonovanta gli italiani che il 17 marzo del 1877 iniziarono il lungo viaggio che dopo quarantadue giorni li avrebbe portati dall'altra parte del mondo, nello Stato di Santa Catarina in Brasile.
Un’avventura più che un viaggio, che dava inizio all'epopea dell'emigrazione italiana in Brasile; nel corso di oltre un secolo, a partire da quella data, il paese sudamericano avrebbe accolto quella che oggi è diventata la più grande comunità di italo-discendenti al mondo con oltre trenta milioni di oriundi.
Per commemorare il coraggio e il sacrificio dei nostri eroici antenati, l’assemblea legislativa dello Stato di Santa Catarina ha voluto convocare tutti i deputati in seduta solenne proprio nella colonia Azambuja, a pochi chilometri dal municipio di Pedras Grandes, nelle stesse terre dove misero piede i contadini italiani quasi un secolo e mezzo fa. Dopo un lungo viaggio in nave in terza classe, in condizioni affatto ideali anche per quell'epoca, il gruppo di nostri emigrati dovette nuovamente imbarcarsi a Rio de Janeiro a bordo di battelli precari che li condussero fino a Laguna, piccolo porto al sud del Brasile; da qui altro trasbordo, per risalire il fiume fino a Tubarao e da qui a piedi per una ultima e durissima giornata di marcia diretti alle agognate terre della colonia. Incontrarono qui capanne di paglia e condizioni di vita al limite della sopravvivenza.
Pensare che oggi i discendenti di quelle donne e uomini sono parte integrante e dirigente della società brasiliana ci riempie di orgoglio ma non può farci dimenticare la durezza dei primi anni dall'arrivo in terra brasiliana. Una storia, non mi stancherò mai di ricordarlo, che andrebbe insegnata in tutte le scuole italiane per conoscere il vero senso delle migrazioni e valorizzare la grande presenza italiana all’estero.
L'ambasciatore brasiliano in Italia, Helio Ramos, ha voluto rendere omaggio a questa immigrazione inviando una bella lettera ai deputati dello Stato di Santa Catarina, ricordando una loro illustre concittadina: "La relazione culturale tra Italia e Santa Catarina – ha scritto – e impersonata da Ana Maria Ribeiro da Silva, che più tardi si sarebbe trasformata nella figura mitica di Anita Garibaldi, l'eroina dei due mondi. Anita Garibaldi, nata non molto lontano da Pedras Grandes, continua vivendo nell'immaginario di brasiliani e italiani, sempre come esempio di coraggio e patriottismo".
"Coraggio e patriottismo" che, ci ricorda sempre l’ambasciatore, hanno animato nel corso della seconda guerra mondiale la spedizione brasiliana a sostegno degli alleati nella liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo; furono 25 mila i soldati inviati dal Brasile, 956 catarinensi, dei quali 28 diedero la vita per questa nobile causa.
Una storia di sacrificio, coraggio, eroismo, quella dell’immigrazione italiana e in Brasile e delle fraterne relazioni tra i nostri due Paesi; un’eredità ricchissima fatta di vincoli sociali e culturali, di piccole e grandi storie che spetta a noi oggi onorare e divulgare per dare continuità e forza ad un rapporto straordinariamente ricco e proficuo.
Grazie, infine, al Sindaco di Pedras Grandes Agnaldo Filippi, per avere fatto proprio questo impegno per il riscatto di questa storia in parte dimenticata e per volerlo fare investendo in progetti di promozione linguistica e culturale e di valorizzazione dell’epopea della grande immigrazione italiana in Brasile.
Un esempio da seguire, su entrambe le sponde dell’oceano.