di Lucio Fero
21 giugno 2022, Draghi è al Senato. Il giorno prima è andato alla Camera e il 23 deve essere al Consiglio Europeo. In relazione a questo appuntamento sta appunto informando le Camere, prima a Montecitorio poi a Palazzo Madama. Qui, al Senato, lo aspetta Giuseppe Conte. Fisicamente al Senato Giuseppe Conte non c'è e non ci sarà, non è parlamentare. Ma una mossa parlamentare l'ha preparata per l'occasione, Giuseppe Conte vuole che al Senato quel giorno si voti.
Si voti su cosa? Una mozione, un testo in cui si traduca in politichese quel che Giuseppe Conte ha detto più volte in chiarissimo e cioè "sull'Ucraina abbiamo già dato". Quindi, quindi basta dare. Subito basta dare armi. Mozione che, se approvata, va a cancellare di fatto se non di diritto il voto parlamentare che ha deciso e autorizzato l'aiuto militare a Kiev almeno fino a fine anno. Si avrebbe così lo stesso Parlamento e la stessa nazione, l'Italia appunto, che vota tutto e il suo contrario. Ma questo sarebbe il meno. A prendere sul serio l'eventuale mozione eventualmente approvata, Nato e Ue dovrebbero prendere atto che l'Italia si sfila dall'alleanza e dall'Unione. Si sfila e si sfila per prima e sola dall'alleanza militare e dall'unione politica.
Ma Conte stratega della mozione Basta Armi Subito (condita con stimoli alla Ue a fare la pace anche se Putin non vuole) conta che in Europa, nella Ue, nella Nato, a Washington e nel mondo tutto non ci prendano sul serio. Magari un sorrisino a Mosca ma niente di più, non ci prenderebbero sul serio neanche lì. Perché l'obiettivo strategico, il target della mozione, l'anelito ideale e politico della mozione in nome di Conte non è uscire dalla Nato come sarebbe se ci prendessero sul serio e credessero a quel che si fa votare in mozione. Si fa conto sul fatto che nel mondo capiscano che non dalla Nato si vuole uscire ma da Draghi. Un bel voto parlamentare per dire che Draghi non conta e non decide, va al Consiglio Europeo smentito dal suo Parlamento ed è dunque venuta l'ora che non vada più da nessuna parte se non a casa. Questo il contributo che M5S di Conte tenterà di dare alla pace nel mondo: circondare, disarmare, costringere alla resa...il governo Draghi.