Diamo da mangiare grilli ai bambini nelle mense scolastiche. L’ultima trovata è di Beppe Grillo che dal suo blog rilancia il consumo di insetti a tavola. Non solo grilli, dunque, ma anche larve, locuste, vermi della farina: “Ci sono circa 2.000 specie di insetti commestibili in tutto il mondo – scrive – molti dei quali ricchi di proteine”.
Da anni l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), spinge verso il consumo di insetti anche in Occidente, forte del fatto che nel mondo facciano già parte della dieta di oltre 2 miliardi di persone.
La ragione è prettamente ambientale: trovare alternative alle proteine tradizionali per ridurre l’emissione di anidride carbonica prodotta dal consumo di carne.
Oltre 64 milioni di tonnellate di anidride carbonica, quantifica Grillo che per dare senso alla sua proposta cita un progetto portato avanti dal 2020, in collaborazione con Bug Farm Food, da ricercatori dell’Università di Cardiff e dell’UWE di Bristol.
I ricercatori stanno sperimentando pasti a base di insetti da offrire ai bambini. Con un prodotto chiamato VeXo che è una combinazione di grilli, larve, locuste, cavallette, bachi da seta, vermi della farina che si mescolano a proteine vegetali da mettere nel piatto degli scolari, tra i 5 e gli 11 anni, che frequentano le scuole primarie del Regno Unito.
Obiettivo della ricerca: scoprire come si rapportano i bambini alle questioni ambientali e se questo influisce sul loro modo di mangiare.
L’idea di Beppe Grillo non è al momento nell’agenda dei 5 Stelle. Ma non è escluso che in futuro possa entrarvi.
A bocciare la proposta di Grillo è il deputato e responsabile del dipartimento agricoltura di Forza Italia, Raffaele Nevi.
“Rilanciando dal proprio blog il consumo di insetti a tavola – osserva Nevi in una nota – Grillo vanifica tutti gli sforzi che si stanno facendo per far capire al mondo intero che la dieta mediterranea è la ricetta migliore per tutelare la salute umana e, allo stesso tempo, salvaguardare la filiera dei nostri prodotti e quindi le nostre imprese. In particolare, il Made in Italy del settore alimentare è un’eccellenza riconosciuta ovunque e come tale andrebbe sostenuto e, soprattutto, promosso”.