di Sergio Menicucci

 

Brutte sorprese a settembre per gli appassionati di calcio da salotto di casa. Non basta il caos delle piattaforme che si sono spartite a colpi di dollari i vari diritti televisivi: Rai, Mediaset, Sky, Dazn, Amazon. La sorpresa viene dai costi degli abbonamenti. Erano stati annunciati, ma la determinazione unilaterale di Dazn sta suscitando proteste sia per le modalità della comunicazione (una mail sul sito della posta personale) sia perché in sostanza raddoppia il costo del pacchetto di sette partite a settimana. In pratica per vedere le partite della serie A del campionato 2022/23, quelle delle Nazionali azzurre, quelle delle coppe europee(Champions, Europa League, Conference) non basterà più un solo abbonamento.

Con la scusa di combattere i “furbetti dell’etere” il gruppo Dazn (nato a Londra nel 2015 e disponibile in 15 Paesi) porterà dal 13 agosto il pacchetto standard (quindi vecchi e nuovi) a 29,99 euro al mese dalla promozione di 19,99 del settembre 2021 e alla tariffa di 39,99 che consentirà la visione su due dispositivi lontani. I cambiamenti per le sette partite in esclusiva (le altre tre per ogni giornata sono appannaggio di Sky) stanno suscitando forti reazioni, coinvolgendo anche l’amministratore della Lega di serie A Luigi Di Siervo che ha parlato di “costi in linea con l’Europa e gli altri Ott”.

“Non è così”, ribattono le associazioni dei consumatori. Per il Codacons “si tratta di una pessima notizia in quanto la maggiorazione del 50 per cento è fuori mercato che si aggiunge ai rincari delle bollette elettriche e dei prezzi dei televisori di nuova generazione”. È stato quindi presentato un esposto all’Antitrust e all’Agcom per accertare la legittimità degli aumenti tariffari disposti unilateralmente dalla piattaforma che nel corso degli ultimi due anni ha fatto registrare anche disservizi e malcontento. È gravemente lesivo degli interessi degli appassionati di calcio il procedimento di modificare le offerte commerciali, mentre ancora è in corso di validità il contratto triennale di aggiudicazione del bando della Lega calcio che scadrà il 26 gennaio 2023.

Gli scenari sono foschi anche per le incertezze causate dagli interessi contrapposti portati avanti da Sky, Amazon e soprattutto da Tim dell’amministratore delegato Pietro Labriola che vorrebbe rivedere al ribasso l’accordo con Dazn firmato nell’estate del 2021 per 340 milioni di euro annui. E questo secondo il colosso delle Telecomunicazioni (il cui pacchetto di maggioranza è del gruppo francese Vivendi) per il flop in termini di risultati e abbonati della partnership con Dazn.

Tim avrebbe intavolato contatti con Sky e Amazon di Jeff Bezos, anche se il sentiero del negoziato è molto stretto. Per ora Prime Video si accontenta di avere i diritti del miglior match del mercoledì della Champions League mentre Sky, pur avendo perduto il peso e la centralità degli anni passati, alle tre partite di serie A aggiunge molte esclusive di altri sport, a partire dalla Formula uno al tennis. Per i Mondiali in Qatar (che si svolgeranno dal 21 novembre al 18 dicembre) Sky e Mediaset si sono sfilate dalla corsa che intendeva lanciare la Rai per ripartire le spese di 170 milioni complessivi tra tivù, radio e streaming pagate per l’esclusiva dei diritti delle 64 partite in calendario.

La scelta fu determinata dalla cavalcata degli Azzurri di Roberto Mancini a Euro 2020 (tenutosi nel 2021) ma la clamorosa eliminazione contro la Macedonia del Nord ha drasticamente abbattuto, per l’Italia, il valore dei diritti televisivi. La cifra è eccessiva per l’azienda di Viale Mazzini? La direttrice di Raisport Alessandra De Stefano sta studiando soluzioni per abbattere i costi e fare una vetrina di dibattiti e discussioni sul fenomeno calcio.