Il caffè per salvare una foresta pluviale. È quello che sta accadendo in Mozambico. Questo tentativo disperato e, a quanto pare efficiente, di salvare il polmone verde della nazione, potrebbe innescare uno sviluppo agricolo senza precedenti. Il danno sembrava irrecuperabile. La foresta del monte Gorongosa, nel centro del Mozambico, aveva perso la sua natura, torturata da continui disboscamenti. Le guerre hanno fatto il resto, costringendo sia la popolazione locale sia i combattenti a rifugiarsi nel parco nazionale. Lì per sopravvivere i rifugiati si sono dati al disboscamento, perpetrato in maniera tale che sembrava del tutto irrecuperabile. Poi, il genio. Negli ultimi anni la foresta sta rinascendo grazie a una coltura fino ad ora sconosciuta: il caffè.
“Il caffè ha bisogno di ombra per crescere. Quindi per ogni pianta di caffè piantiamo un altro albero” spiega Julisse Samuel Sabao, impiegato del parco Gorongosa, che periodicamente fa dei sopralluoghi per vedere come prosperano le piantagioni e i progressi compiuti. Nel tentativo di includere e far comprendere l’importanza della salvaguardia della foresta agli abitanti della zona, soprattutto ribelli e miliziani, il progetto integra la coltivazione del caffè con colture alimentari essenziali. Ciò accade in special modo perché il chicco che dà vita alla seconda bevanda più bevuta al mondo impiega diversi anni prima di dare i frutti. Secondo la Banca Mondiale sono state piantate circa 300mila piante di caffè e 400mila di anacardi, creando oltre 300 posti di lavoro e con ben 200mila beneficiari, cioè gli abitanti della regione.
Il commercio del caffè Gorongosa viene gestito dal progetto sostenuto dal milionario e filantropo americano Greg Carr e ora viene esportato nei quattro angoli del mondo. Quasi il 70 per cento dei mozambicani lavora nel settore agricolo, secondo l’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (Usaid), ma solo il 16 percento delle terre seminabili è coltivato.
Con la guerra in Ucraina “l’inflazione dei prezzi dei prodotti di base sta colpendo anche il Mozambico. Dobbiamo alleviare questa pressione sulle famiglie e la nostra unica soluzione è aumentare la produzione” sostiene il ministro dell’Agricoltura mozambicano, Celso Correia. La “nuova sfida” del politico è quella di guidare a una tanto sperata quanto necessaria modernizzazione del settore, che soffre della mancanza di mezzi adeguati.