DI MATTEO FORCINITI

Fa ancora parlare, a più di quarant’anni di distanza, il famoso archivio della P2 in Uruguay, un pezzo di storia italiana che continua ad essere avvolto nel mistero. Pochi giorni fa l’ex generale del Sismi Mario Grillandini ha testimoniato al processo ai mandanti della strage di Bologna rivelando importanti novità. L’ex 007 oggi ottantaseienne ha parlato nell’Aula della Corte d’Assise fornendo un racconto della sua missione a Montevideo per il recupero dei documenti di Licio Gelli, il maestro venerabile della loggia massonica P2: “operazione Minareto” era il nome in codice di quella missione rivelatasi poi un vero fallimento.

L’operazione viene organizzata nell’agosto del 1981 quando l’allora capo del Sismi Nino Lugaresi, l’uomo che aveva ricevuto da Giovanni Spadolini l’incarico di ripulire i servizi dopo lo scandalo P2, viene avvisato dai colleghi della Cia di Roma che qualcosa di importante era stato trovato in una villa di Carrasco, nell’esclusivo quartiere di Montevideo. Quella villa situata nella calle Juan Manuel Ferrari era la casa di Licio Gelli e dentro c’era il suo archivio scoperto dalle autorità uruguaiane, documenti di massima rilevanza in grado di far tremare l’intero sistema.

Grillandini parte subito per il Sud America, prima in Brasile e poi a Montevideo ma senza successo come racconta ai magistrati. Dei documenti della P2 erano rimaste solo le briciole: “La scrematura era stata fatta dalla Cia. A noi arrivarono una settantina di fascicoli senza grande importanza”. L’ex generale ricorda anche l’incontro con l’ispettore uruguaiano Victor Castiglione, che aveva fatto parte della squadra messa in piedi per recuperare i dossier, un incontro che “fu piuttosto frettoloso perché il poliziotto aveva il fuoco di Sant’Antonio” e “non vedeva l’ora di andarsene, io gli presentai la mia richiesta, cioè di entrare in possesso dell’archivio di Gelli, e lui mi riferì che parte dell’archivio, buona parte dell’archivio, era stata requisita dalla Cia, una parte era stata trattenuta dai servizi uruguayani perché riguardavano la sicurezza nazionale interna e il resto era stato trasmesso ai Ministero degli Interni uruguagio”. Una piccola parte di quel materiale alla fine arrivò pian piano in Italia, anche con rilevanti costi, ma non conteneva nulla di significativo sulle attività politiche ed economiche della loggia massonica che ha avvelenato la democrazia italiana e con potenti ramificazioni anche in Sud America.

Le dichiarazioni di Grillandini sono state commentate a ilfattoquotidiano.it da Piera Amendola, tra le massime esperte di P2, già responsabile dell’Archivio della Commissione P2 e stretta collaboratrice dell’onorevole Tina Anselmi: “L’onorevole Anselmi, che fino agli ultimi giorni della sua presidenza della Commissione P2 cercò di fare luce sull’archivio uruguayano di Gelli continuando a sollecitarne l’acquisizione, non è stata informata dalle autorità istituzionali e dal Ssmi (il Servizio segreto militare post P2) di una circostanza così importante: l’archivio era in possesso della Cia, ed era pertanto a questo servizio segreto americano collegato che sarebbe stato necessario rivolgersi per farlo tornare in Italia. Lo si potrebbe fare anche oggi”.

In passato, a parlare dell’archivio scottante della P2 in Uruguay, ci sono state diverse versioni a partire proprio dal primo interessato, Licio Gelli che disse la sua prendendosi gioco degli investigatori: “Gli elenchi della P2? Erano a Castiglion Fibocchi ma gli uomini della Finanza non li videro così in aprile ho raccolto tutto, ho fatto una ventina di pacchi e, dopo averli sigillati in casse di legno, ho spedito tutto in Uruguay. Lì, poi, ho provveduto a distruggere tutto”.

Anche l’ispettore Victor Castiglione ne parlò a un quotidiano uruguaiano affermando che una delle cartelle più voluminose riguardava il Banco Ambrosiano: “L’allora ministro degli Interni dell’Uruguay, il generale Yamandú Trinidad, diede l’ordine di restituire al figlio di Gelli i documenti originali e di consegnare le fotocopie al comando della polizia” dichiarò in quell’intervista.