Tanto tuonò che piovve. Ormai non ci sono più dubbi: la scissione, in casa 5Stelle, è realtà. E Luigi Di Maio ieri ha sbattuto la porta. Dopo lo scontro con l'ala contiana sulla risoluzione da votare in Senato dopo l'intervento di Mario Draghi, il titolare della Farnesina ha ufficializzato il proprio addio.
Soprattutto dopo l'ultima entrata a gamba tesa di Beppe Grillo il quale, sul suo blog, ha scritto, testuale: "Chi non crede nelle regole lo dica" senza citare mai espressamente né l’Avvocato del Popolo né il ministro degli Esteri, ma apparentemente difendendo il leader del Movimento. "La luce del sole è il miglior disinfettante - ha scritto, infatti, il garante - Luce sia, dunque, sulle nostre ferite, sulla palude e sull'oscurità. Qualcuno non crede più nelle regole del gioco? Che lo dica con coraggio e senza espedienti. Deponga le armi di distrazione di massa e parli con onestà".
Insomma: la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, spingendo Di Maio a mollare. Addirittura ieri già nella tarda mattinana era in corso la raccolta firme tra i deputati grillini per la creazione di un gruppo autonomo di Di Maio alla Camera, il cui nome dovrebbe essere "Insieme per il futuro". A farne parte, a voler dare retta ai rumors, vengono annoverati l'ex sottosegretario Gianluca Vacca, Sergio Battelli, Alberto Manca, Caterina Licatini, Luigi Iovino, Vincenzo Caso, Davide Serritella, Daniele Del Grosso, Paola Deiana e Filippo Gallinella. Suoi fedelissimi sono considerati la viceministra all'Economia Laura Castelli e parlamentari o ex membri di governi precedenti come Manlio Di Stefano, Vincenzo Spadafora, Mattia Fantinati, Sergio Battelli, Dalila Nesci, Virginia Raggi, Claudio Cominardi Primo di Nicola, gli ex sottosegretari Vacca e Valente.