"Nel Dna degli italiani vi è la solidarietà. La nostra cultura, la nostra storia, la bellezza del nostro Paese non sarebbero così grandi, né così apprezzate nel mondo senza il valore della solidarietà". Parole chiare, legate anche e soprattutto al tema dei migranti, quelle del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nella sua visita, nella Giornata mondiale per la lotta alla droga, a San Patrignano, che "con i suoi risultati, con tutta la sua storia è una prova che la vita di comunità, quando mette al centro la dignità di ogni persona, unica, non ripetibile, mai eguale a nessun altro, e mette al centro il diritto di ognuno a diventare artefice del proprio futuro, è capace di sconfiggere l'egoismo, l'indifferenza, la paura, la solitudine. Il tessuto solidale in un Paese e, al suo interno, di ciascuna comunità, è un bene comune prezioso, e questo va sempre considerato, a partire da chi ha responsabilità pubbliche".
Secondo il capo dello Stato "qualche volta, di fronte alle difficoltà della vita, della convivenza, a mutamenti così tumultuosi, grandi, profondi, del nostro tempo, si rischia di pensare che chiudersi in se stessi, scivolare nella solitudine, possa essere addirittura un rifugio. Questo è un pensiero debole e triste. Le preoccupazioni vanno comprese. Nessuno ha il diritto di ignorarle. Ma non ci si può arrendere alla paura". Nel corso del suo intervento, Mattarella ha poi voluto lanciare un messaggio, neanche tanto subliminale, a chi oggi è alla guida del Paese. Per il capo del Quirinale, chi ricopre incarichi politici ha il compito e la responsabilità di salvaguardare l'unità.
"Il compito principale del Presidente della Repubblica - ha sottolineato come dice la nostra Costituzione, è rappresentare l'unità dell'Italia. Unità non è soltanto nel senso territoriale del nostro Paese,è anche l'unità di vita del nostro Paese, la sua coesione, il suo modo di sentire tutti i cittadini legati da un destino comune: questa è l'unità vera del Paese, l'aspetto che indica costantemente, in tutto il suo tessuto, la nostra Costituzione".
"Rafforzare l'unità del nostro Paese, della sua società, delle sue persone nella vita in comune è un compito che riguarda ciascuno di noi. Certo, riguarda anzitutto chi ha responsabilità politiche, ma anche ciascuno di noi, nel costruire il tessuto relazionale che rende la vita gradevole, più positiva e migliore per tutti", ha spiegato Mattarella che ha poi voluto rimarcare l’importanza della comunità di San Patrignano: "Questa comunità - ha ricordato riferendosi agli astanti - nasce per combattere le dipendenze, quelle che imprigionano la libertà della persona; per restituire loro la voglia di vivere appieno la propria personalità. La dipendenza è un nemico insidioso, capace di catturare tanti giovani e spingerli fino alle soglie dell'abisso. È un'esperienza che tanti hanno provato e continuano a provare nel nostro Paese".
"San Patrignano ha salvato molte vite in questi quarant'anni e continua a farlo. San Patrignano non è una realtà astratta, teorica, lontana, ma è composta da ciascuno di voi, perché siete voi che vicendevolmente vi aiutate a recuperare la pienezza della propria vita. Siete voi i protagonisti di questa comunità, e siete voi che aiutandovi a vicenda consentite a ognuno di ritrovare in pieno il proprio futuro. A volte basta un gesto".
"La droga - ha aggiunto - si manifesta con molte maschere. Ma produce una condizione di morte e di oppressione che tutti ben conosciamo. È stato importante, in questi quarant'anni, che San Patrignano, come altre realtà, abbia dimostrato che la droga può essere sconfitta, che se ne può uscire recuperando in pieno se stessi. Le radici sono robuste in questa comunità, e hanno messo in circolo conoscenze, esperienze, riflessioni che arricchiscono l'intera società".