Il Po sta diventando salato: il mare si sta mangiando il maggiore dei fiumi italiani a causa della siccità. Il cosiddetto cuneo salino, che rappresenta l'avanzamento del mare nel delta, è infatti arrivato ad oltre 30 km in base agli ultimi dati forniti dall'Osservatorio sulla crisi idrica del Po. Una avanzata record legata alle temperature altissime ma anche all'assenza di piogge.
Un incremento di portata che però, spiega l'Osservatorio, "non risolve il problema del pesantissimo deficit esistente ma, di fatto, lo sposta, in avanti di una decina di giorni. Per ora si scongiura la massima conseguenza della siccità stagionale, cioè un preventivo e dannoso stop al prelievo".
In ogni caso le cinque stazioni di monitoraggio delle quote idrometriche del Po restano ancorate al livello di "siccità grave".
"Siamo la prima regione a farla al governo – ha detto Bonaccini – perché chiediamo 32 milioni per interventi come autobotti dove servono, nel Parmense, o per interventi di manutenzione sui canali nel Piacentino e nel Ferrarese".
La crisi in Lombardia - Dal canto suo la Lombardia ha chiesto al Trentino cinque milioni di metri cubi di acqua, da prelevare dai serbatoi di malga Bissina e malga Boazzo, in alta val Daone, nelle Giudicarie e da destinare all'agricoltura.
"Abbiamo posto la questione a Terna – precisa il vicepresidente della Provincia di Trento, Mario Tonina - perché i 10 milioni di metri cubi di acqua presenti nei bacini sono considerati riserva di potenza per il sistema elettrico nazionale, prevista dalla concessione idroelettrica per le centrali di Boazzo, Cimego e Storo, in base a un decreto ministeriale del 1958″.
Le perdite nei raccolti - L'eccezionale ondata di caldo sta avendo, come era prevedibile, effetti anche sui raccolti. La Coldiretti stima perdite per la frutta che arrivano fino al 15%. A essere colpiti sono i soprattutto i raccolti di ciliegie in Puglia ed Emilia Romagna, angurie e meloni in Veneto, pere e albicocche nel Ferrarese, barbatelle nei vigneti toscani, e inoltre, pesche e ulivi.
"Dove è possibile, in alcune aree del paese gli agricoltori sono ricorsi alle irrigazioni di soccorso per salvare le coltivazioni più in sofferenza. Una situazione che fa salire a tre miliardi il conto dei danni provocati nel 2022 all'agricoltura italiana, dalla siccità e caldo", afferma l'associazione agricola.
Danni alle colture potrebbero arrivare anche dalle cavallette che in alcune zone hanno fatto la loro comparsa in modo massiccio. Una vera e propria invasione quella registrata nelle vallate dei fiumi Bidente e Savio, in Romagna.