DI FRANCO MANZITTI
Chissà se resterà nei libri di storia questa micidiale estate del 2022, che nel mondo, ma soprattutto in Europa e ancora di più in Italia, segna difficoltà enormi, quasi epocali , in attesa di un autunno che promette ancora peggio, soprattutto per le condizioni di vita dopo la pandemia e durante la guerra.
Il sistema politico è riuscito a far cadere un governo di emergenza nazionale, in sella da quindici mesi, a cinque dalla sua inesorabile e inevitabile scadenza istituzionale, per anticipare elezioni che devono soddisfare l'ansia di potere di una classe politica modesta, scentrata rispetto agli eventi mondiali, in molti casi senza alcun background di Governo.
A fronte di dati economici eccellenti, superiori a quelle delle altre potenze europee con un pil cresciuto oltre le previsioni, una disoccupazione ridotta ai numeri del 1977, oculate operazioni di riduzione dalla dipendenza dal gas russo, con un leader , Mario Draghi, diventato il primus inter pares dell'intera comunità mondiale, Usa compresi, per prestigio, autorevolezza, i pseudo partiti del sistema Italia, oramai componibili e scomponibili, come quei giochi di lego dei bambini piccoli, dove il passaggio da un gruppo all'altro, da un partito all'altro, da una neoformazione all' altra, è diventata la regola di una democrazia svuotata quasi completamente della sua carica di rappresentatività, quindi minata nel profondo, cosa è successo?
In piena estate con la scia incontrollabile e ancora densa di incognite di una pandemia che uccide ogni giorno centinaia di italiani, ogni settimana migliaia, il banco è stato rovesciato completamente e Draghi liquidato, incolpato, da ultimo, di avere usato toni duri nel discorso di commiato....
Il suo governo di emergenza resta in carica per gli affari urgenti fino all'insediamento del prossimo, che sarà eletto alla fine di settembre e insediato a novembre quasi potessimo perdere tutto questo tempo, mentre il mondo brucia in tutti i sensi.
E così questa estate 2022, oltre a tutti gli altri inediti, altamente tragici, ma in qualche modo anestetizzati dalla svolta politica, vede partire la campagna elettorale più folle che si possa immaginare.
Gli ultimi cinque anni hanno letteralmente terremotato il quadro già devastato del sistema italiano. I partiti semi defunti non sono stati in grado di preparare una legge elettorale migliore di quella attuale, con la quale il popolo non può decidere chi mandare in parlamento, perchè il meccanismo affida la scelta ai partiti stessi che nominano i candidati per i collegi. Avremo così ancora un parlamento di "nominati", scelti con i soliti bilancini interni, dove la regola è sempre quella: distribuzione di poltrone.
Invece il sistema è riuscito nell'impresa di ridurre notevolmente il numero di deputati e senatori, vendendo l'operazione come una grande pulizia, ma schiantando la geografia elettorale e riducendo la qualità delle scelte: meno sono, più asini potrai mettere in campo. E la statistica, bellezza, di una classe dirigente alla frutta!
La campagna avviene prevalentemente sul web, in un delirio di tweet e post e dirette face book e nei talk show tv, dove la parola d'ordine è comparire, ogni ora, ogni giorno, ogni minuto in una giostra che non finisce mai.
E dove il problema chiave non è il contenuto della battaglia, ma sono le coalizioni, in un quadretto nel quale nessuno capisce perchè lo scontro destra-sinistra sia così in discussione. Forse perchè la Destra che non è Centro- Destra ma Destra pura, con la prevalenza di Giorgia Meloni, look da moderata, mosse da postfascista, è in netto vantaggio e già opziona la sua candidatura a premier.
E allora vai con il Terzo Polo che la danza Calenda-Renzi mette in campo, come se potesse raccogliere percentuali condizionanti e non i numeri da schedina calcistica che i due raccolgono secondo i sondaggi.
La sinistra che non è Centro Sinistra, ma Sinistra ( per il valore che possono avere questi schemi), liscia il suo pelo di possibile primo partito con le sue percentuali alte, ma destinate al nulla strategico.
Cosa ne farà Letta, del suo 22-23 per cento, con la Meloni a palazzo Chigi, Salvini al Viminale e Berlusconi a guardia del suo impero da una posizione tranquilla, addirittura senatore a 85 anni suonati?
Si parla solo di questo. Del contenuto, delle "cose da fare", come i leader indicano il programma, ci sono solo fumosi accenni. E ci credo. Quale sia il governo che uscirà dall'estate 2022 la sua traiettoria è già disegnata. Da Draghi e dal PNRR, dalla pioggia di miliardi che arrivano e che dovranno essere spesi, pena perderli nella più clamorosa disfatta della storia politica.
A quello dovranno lavorare il nuovo governo e i nuovi ministri, pronti a insediarsi alla vigilia di una legge finanziaria che dovrà tenere ben conto di questo quadro e delle apocalittiche emergenze in corso.
Drogati dal caldo e dalla smania di poltrone, i concorrenti stanno sfornando ricette, proposte, soluzioni, un tanto al chilo, dalla flat tax di Salvini, alle pensioni di Berlusconi, agli stipendi maggiorati agli insegnanti del Pd, senza spiegare dove prenderanno i soldi in questo guazzabuglio.
Tanto quello che conta è mettersi in favore di telecamera e sparare la qualunque. Salvini va a Lampedusa, Berlusca si rimette in posa come nel 1994, Dibba si selfa da solo in macchina per sputare su Beppe Grillo, che l'ha creato, Calenda si cambia la camicia bianca botton down ogni trasmissione, per rispiegare l'ultima virata, Toti fa annunci ogni giorno su ogni rete, un giorno scopre un simbolo centrista con Lupi, il giorno dopo ricompare a Destra con i vecchi alleati della Lega e di Fratelli d'Italia. Forse gira la testa anche a lui? Macchè, basta che ci sia una telecamera con la lucina rossa puntata e lui va. Changez la dame!
Eppure in questa estate del 2022 la guerra continua e nessuno ne parla più. Gli inviati in Donbass, a Zaphiria, a Odessa, dei tg e dei giornali, sembrano quasi dei rompiscatole nel ritmo informativo, rischiano la pelle sotto le bombe ma oramai ci siamo abituati. E anche il papa Francesco con i suoi appelli passa in quarta fila con la sua carrozzella.
Tre mesi fa non dormivamo per la paura di Putin e del missile nucleare e eravamo diventati esperti di geopolitica. Oggi non ci stordisce neppure la cavolata di Nancy Pelosi, che va a Taiwan a provocare l'orso cinese.
Vuoi mettere questa impresa davanti all' ultima piroetta di Calenda e Renzi? Vuoi paragonare l'importanza strategica di queste mosse con quello che Fratoianni sta dicendo sull' alleanza a sinistra? Fino a ieri signor nessuno, ora star tv in ogni serata con i conduttori, quasi tutti, proni e ossequienti.
E un'estate 2022 dove il vero tema sarebbe il clima.
L'anticiclone africano brucia l'Italia da due mesi e dimostra che tutte le emergenze ambientali non erano ossessioni di ragazzine svedesi incavolate con il mondo. L'Italia in crisi non aveva mai affrontato sbalzi termici e sconquassi così apicali. Le notti sono tropicali da due mesi. Il mare misura trenta gradi di temperatura e alle prime sventagliate autunnali preparerà bombe d'acqua inutili e solo dannose per un territorio quelli dell'Italia intera, rosa dalla siccità come mai nella storia millenaria, I fiumi sono spariti, le montagne si sbriciolano, Il Monte Bianco non è più bianco, ma grigio e salire in alto è un rischio mortale, mentre nelle città l'afa fa quasi più morti che nel leggendario 2003.
Una generazione sta sparendo a botte di centinaia al giorno tra Covid e infamia termica.
Tutto questo si traduce solo nella parola transizione energetica? In qualche raccolta di firme di volenterosi?
L'estate va avanti nel sabba dei metereologi, che pur di conquistare un clic in più ogni giorno sfornano le loro previsioni, capovolte senza sosta. Arrivano tornadi devastanti, no, l'afa continua fino a novembre, ma consoliamoci perchè il prossimo inverno sarà il più nevoso di sempre.
Alt! Cambiate canale. Calenda e Renzi stanno per baciarsi.......