Eh già, sembra di essere tornati indietro di 20 anni, quando Silvio Berlusconi attaccava costantemente l’operato della magistratura con quest’ultima che prontamente rispondeva. Scene tornate d’attualità proprio in questi giorni. Ieri, per la precisione. Il tema giustizia insomma è entrato prepotentemente in campagna elettorale, con le parole del leader di Forza Italia destinate a far discutere.
"Oggi cominciamo a parlare di giustizia", ha scritto in un post su Facebook il numero uno azzurro. "Nel nostro Paese migliaia di persone ogni anno vengono arrestate e processate pur essendo innocenti. Il processo è già una pena, che colpisce l'imputato, ma anche la sua famiglia, i suoi amici, il suo lavoro. Per questo non deve trascinarsi all'infinito, in appelli e controappelli. Quando governeremo noi, le sentenze di assoluzione, di primo o di secondo grado, non saranno appellabili. Un cittadino - una volta riconosciuto innocente - ha diritto di non essere perseguitato per sempre. Anche perché perseguitare gli innocenti significa lasciare i veri colpevoli in libertà".
"Se sei d'accordo, se anche tu pensi che la presunzione di innocenza sia alla base della nostra civiltà giuridica, il 25 settembre devi andare a votare e devi votare Forza Italia”. Immediata la reazione dell'Anm. "La questione era stata affrontata dal legislatore nel 2006 con la legge Pecorella e la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima quella legge", il commento del presidente dell'Anm, Giuseppe Santalucia. "Ci sono principi costituzionali – ha spiegato - che devono essere necessariamente rispettati. Il tema può essere discusso ma non rappresento nei termini che ho letto, ossia che migliaia di persone siano ingiustamente sotto processo. Questo non rende giustizia al difficile lavoro dei tribunali e del corti nell'accertamento della verità dei fatti".
Ma con Berlusconi si è schierata anche la Lega, tramite la senatrice Giulia Bongiorno: “Ovviamente quando faremo la nostra legge, saremo attenti a tener conto di tutte le indicazioni della Corte costituzionale e segnaleremo tutte le criticità". Per Bongiorno che è anche responsabile Giustizia per il suo partito, si tratta di “una battaglia sacrosanta, perché troppe volte abbiamo visto persone inseguite per anni dalla giustizia anche quando c’è un’assoluzione. Crediamo che se risultano assolte, abbiamo diritto a riavere la propria serenità, libertà e dignità”.