Franco Esposito
Titolare dello scandalo, uno dei tanti nell'estate italiana, una donna. Sia chiaro subito, non una donna qualsiasi. Una dirigente del ministero, Giovanna Boda. Giusto e corretto aggiungere che è una ex potente. Anzi di più, era la potentissima capo del dipartimento per le risorse umane del ministero dell'Istruzione. É accusata di corruzione. Chiuse le indagini, la procura si appresta a chiedere il rinvio a giudizio per Giovanna Boda.
Lady Istruzione, così nomata ai suoi dì da influente frequentatrice di salotti e compagnie di una certa importanza, persone di alto livello, almeno sulla carta, Giovanna Boda è dal 2021 al centro di una indagine del Miur. Chiuse le indagini a suo carico, risulta come una puntuale presenza nel cuore delle tangenti romane. Colf e autisti pagati.
Quando scopre di essere indagata, il 15 aprile del 2021, Lady Istruzione tenta addirittura il suicidio. Si salva dopo un lungo periodo di ricovero e di cure al policlinico Gemelli. I sospetti di corruzione a suo carico, verità per verità, non sono mai mancati. Mazzette in conti e regali sfuisj e a pacchetti. "Tre milioni di soldi illeciti in cambio di appalti", riferiscono i pm che indagano sulla vicenda.
Boda non è sola, con lei sul banco degli accusati quindici persone e quattro società. Rischiano tutte. L'avviso di conclusione delle indagini è stato loro appena notificato. Destinatari, tra gli altri, l'imprenditore e pscicoterapeuta Federico Bianchi di Castelbianco. E alcuni dipendenti delle aziende del Bianchi, nelle vesti complici.
Le tangenti erano declinate in ogni modo. Dalle più tradizionali mazzette, soldi bonificati sul conto corrente, 50mila euro, secondo quanto gli inquirenti hanno appurato, fino a quelle contenute in lungo e dettagliato elenco. All'interno del quale è possibile trovare di tutto. Il noleggio della Mercedes, il pagamento di un autista, la fornitura di biscotti krumiri, il saldo per il canone di locazione di un appartamento alle spalle di Villa Borghese, le assunzioni di favore, lo stipendio alla collaboratrice domestica.
La corruttrice ex capo dle dipartimento per le risorse umane e il gruppo di corruttori agivano seguendo uno schema molto semplice. Secondo il procuratore Carlo Villani funzionava nella seguente maniera: Boda favoriva in tutti i modi l'imprenditore nell'assegnazione dei appalti, soprattutto corsi nelle scuole; l'imprenditore si disobbligava ricoprendola letteralmente d'oro.
La Guardia di Finanza ha calcolato che Boda e alcuni componenti del suo staff hanno incassato, tra denaro contante e omaggi vari, oltre tre milioni di euro. Le società di Bianchi – Istituto di Orfanologia, Comunicazione&Editoria, Edizioni Scientifiche, Ma.gi e la fondazione Mite – hanno vinto bandi per 23 milioni di euro. In quanto tempo? In tre anni, tra il 2018 e i 2021, gente.
Alla Bada sono state mosse numerose contestazioni. Anche quella di aver anticipato, via mail, all'imprenditore la bozza del bando "per il finanziamento di progetti scolastici per il contrasto della povertà educativa", prima della sua pubblicazione, recependo le richieste di modifica "da parte dello stesso Bianchi di Castelbianco". Da qui la contestazione anche del reato di "concorso nella rivelazione e utilizzazione di notizia d'ufficio che avrebbero dovuto rimanere segrete".
Lei si era però legata mani e piedi all'imprenditore. Avrebbe ricevuto infatti carte prepagate, coris di musica e di sci, visite per interventi di chirurgia plastica, l'affitto di un appartamento per i suoi genitori, una vacanza in baita in Piemonte, soggiorni in hotel, bollette del gas pagate. E la promessa di assunzione per venti persone. Gli altri funzionari implicati in questa ammorbante vicenda avrebbero goduto di appartamenti messi a loro disposizione nelle vicinanze del ministero, camere in B&B, lavori di ristrutturazione, scooter e computer. Di tutto di più anche per loro, non solo per l'ex capo dipartimento.
Il Bianchi, a marzo scorso, era finito ai domiciliari per la seconda volta. Con lui, il dirigente del ministero Leonardo Filippo, ora in pensione, arrestato in quella circostanza. Il funzionario Alessandro Ascoli si ritrovò invece sospeso per un anno da ogni incarico. Avrebbe messo le mani su affidamenti "provenienti da istituti scolastici per complessivi 23.537.337 euro di cui oltre 17.457.976 già corrisposti".
La Guardia di Finanza ha esaminato in particolare il "bando che si sarebbe dovuto indire per il sostengo psicologico nelle scuole in emergenza Covid". Gli indagati si scambiavano mail a ripetizione. Gli inquirenti sono convinti del fatto che "si evidenzia come sfruttare la terza ondata della pandemia e l'allarmante aumento dei contagi".
L'efficienza della macchina amministrativa era solo "apparente come la gestiva il dipartimento della Pubblica Istruzione. In realtà, si celava un sistema illecito così radicato da non essere percepito come tale". Ma di chi? Dagli stessi attori delle corruttele", ribadiva il giudice a marzo disponendo di fatto gli arresti dell'imprenditore Bianchi di Castelbianco.
L'indagine è sul punto di chiudersi. La conclusione si prospetta unica, per tutti. Un delicato processo attendo Giovanna Boda e i suoi compari.