"Ovunque venga rinvenuta" una somma di denaro riconducibile alla Lega Nord deve essere sequestrata fino al raggiungimento della somma di 49 milioni di euro, che per la Procura di Genova sono il provento della truffa allo Stato messa a segno dal "Carroccio", per la quale il senatur Umberto Bossi, ex segretario e leader storico del partito di via Bellerio, è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Genova.
Lo sottolinea la Corte di Cassazione in un passaggio delle motivazioni per le quali hanno accolto il ricorso presentato dalla Procura del capoluogo ligure contro il Tribunale del Riesame ligure che si era limitato a bloccare gli 1,5 milioni di euro trovati finora sui conti del Carroccio. Quella decisione è stata annullata con rinvio dagli "ermellini" e adesso il Riesame genovese dovrà pronunciarsi nuovamente, tenendo conto delle indicazioni della Cassazione.
Peri giudici della Suprema Corte, la guardia di Finanza adesso potrà dunque procedere al blocco dei conti della Lega in forza del decreto di sequestro emesso lo scorso 4 settembre dal pm di Genova fino a raggiungere la"soglia" dei 49 milioni di euro, senza che debba essere emesso un nuovo provvedimento per bloccare eventuali somme trovate su conti in momenti successivi al decreto.
Diversa la tesi sostenuta dalla Lega, rappresentata dall'avvocato Giovanni Ponti, secondo cui le uniche somme sequestrabili sono quelle disponibili sui conti del Carroccio al momento del decreto. La Cassazione, invece, ha obiettato che i fondi potevano non essere disponibili al momento del decreto di sequestro per "per una impossibilità transitoria o reversibile" ma che il sequestro deve riguardare anche i fondi depositati successivamente.