di Luca Crisci

 

 

Nei partiti politici lavorano esperti di comunicazione, laureati con tanto di master, pagati per diffondere il messaggio del partito nel modo più abile possibile per accaparrarsi i voti degli italiani. Quel che appare chiaro, viste le uscite dei vari personaggi politici da destra a sinistra, è che probabilmente le facoltà di Scienze della comunicazione e affini hanno più di qualche problema. Delle volte viene da chiedersi se, in realtà, non ci sia proprio alcun esperto di comunicazione e tutta la faccenda sia gestita dal politico in questione. Ma se per alcune uscite personali ciò può essere anche credibile, ci sono campagne più strutturate, costruite ad hoc per portare gli elettori al voto, che molto spesso hanno come risultato quello di allontanarlo.

La campagna sul #Credo portata avanti dalla Lega è durata poco. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ripete in ogni trasmissione la storia dei tre sfascia-conti a destra. Enrico Letta gioca sul fatto di essere l’unico argine al fascismo, proprio quando un intero mondo della sinistra considera il Partito Democratico non troppo dissimile da Giorgia Meloni. Carlo Calenda, dopo i video tutorial del funzionamento di una lavatrice e la breve liaison con l’amico Letta, ricorda a tutti di essere l’uomo della serietà. È quotato “a 1” il litigio con il compagno di viaggio Matteo Renzi per entrare in Parlamento per i prossimi anni. Giorgia Meloni non riesce a non fare il danno tirando in mezzo il tema delle devianze, senza specificarlo abbastanza vista la delicatezza del tema. Ma probabilmente questo effetto collaterale era previsto visto il tipo di elettorato a cui volutamente si affaccia in determinate circostanze. L’eterno Silvio Berlusconi torna alla ribalta e come aveva promesso sbarca su TikTok. Cercando di parlare ai giovani, nel social dei giovani, appena arrivato racconta una barzelletta. In questo caso, possiamo tranquillamente affermare che il Cavaliere possa essere mal consigliato. E purtroppo non è l’unico politico che ha deciso di utilizzare TikTok nella speranza di accaparrarsi il consenso dei più giovani.

Pensare di arrivare ai giovani usando Tik Tok è, oltre che inutile, anche controproducente. Un social nato per altro non può diventare terreno di campagna dei personaggi politici, che purtroppo non si rendono conto che le interazioni con i loro profili non si trasformeranno mai in voti, ma al massimo strapperanno una risata.