Li hanno misurati e sottoposti a ufficiale verifica: otto su dieci dei dehors che bar e locali e ristoranti di Roma hanno allestito sono fuori misura, disposizione, regola e anche decenza. Non c'era bisogno del metro, bastava l'occhio umano. C'era la pandemia al suo massimo livello, ristoranti, bar e locali quando non chiusi pochissimi clienti tra loro distanziati e timorosi. La collettività, noi tutti, giustamente prestammo a gestori, padroni e lavoratori di bar, ristoranti e locali una parte del nostro pubblico e collettivo spazio. Prestammo marciapiedi, piazze, strade.Prestammo spazio pubblico per metterci tavolini e sedie e posti a sedere e a tavola. Prestammo per farli lavorare e sopravvivere economicamente. Prestammo doverosamente il dito e anche la mano. Si sin presi il dito, la mano e anche il braccio: otto dehors su dieci sono a larga prepotenza, sono, hanno la superficie estesa con il metro dell'arraffo. Arraffati marciapiedi, piazze, strade.
Prestito? - Non solo a larga prepotenza, anche a diritto acquisito. Nell'interpretazione e nella pratica i più tra ristoranti, bar, locali che hanno edificato dehors non ritengono sia stato e debba essere un prestito. Suolo pubblico occupato, suolo pubblico preso. A vita o giù di lì. Preso, ovviamente gratis. Gratis era stata data l'installazione di dehors su suolo pubblico. Un gratis legato, condizionato, motivato dalla condizione eccezionale temporanea della pandemia. Un gratis che le categorie vogliono sia prorogato, altrimenti vanno "in ginocchio". Come prorogata dovrebbe secondo le categorie essere la "temporaneità" del dehors più largo che si può. Altrimenti vanno..."in ginocchio". Dehors mangia strada pubblica con lagna incorporata, almeno una delle due cose potrebbe essere eliminata dal conto da pagare a ristoranti, bar, locali?