Solo poche ore fa si parlava di Umberto Bossi fuori dal Parlamento dopo 35 anni. Ma oggi c'è stato il colpo di scena. Salvo ulteriori sorprese ci sarebbe un errore del Viminale nell'esclusione di Bossi dagli eletti in Parlamento. A rivelarlo era stato per primo il senatore leghista Roberto Calderoli: "Nell'attribuzione provvisoria dei seggi dei collegi plurinominali il ministero dell'Interno ha preso un granchio clamoroso". Poi, poco dopo, sul sito del Viminale è apparso il nome del fondatore del Carroccio nell'elenco degli eletti, nel collegio plurinominale di Lombardia 2 (Varese).
Umberto Bossi entra in Parlamento - "Il ministero dell'Interno nell'attribuzione provvisoria dei seggi dei collegi plurinominali – ha spiegato Calderoli – ha preso un granchio clamoroso. Non lo dico per contestarli, ma solo perché in autotutela, fino a quando il dato non diviene definitivo, possano ancora correggerlo. In base alla corretta applicazione della legge, se questo errore venisse corretto, allora Umberto Bossi tornerebbe in Parlamento. E comunque questa mia osservazione viene confermata tra l'altro dal verbale di domenica 4 marzo 2018 delle operazioni dell'ufficio elettorale nazionale della Cassazione, basta andare a vederlo".
L'errore (o presunto) del Viminale - "Vi spiego da dove nasce l'errore. Tutto è corretto – spiega ancora Calderoli – fino all'attribuzione dei seggi delle coalizioni a livello nazionale, ovvero sulla base della cifra elettorale nazionale di coalizione dei partiti che abbiano superato l'1%. L'errore nasce dal passaggio successivo dove la cifra elettorale di coalizione nella circoscrizione deve comprendere anche i partiti che hanno superato l'1% anche quando questi non hanno raggiunto il 3% perché questo dice la legge, cosa che loro non hanno fatto sottraendo già a livello circoscrizionale la lista di '+Europa', creando una serie di seggi deficitari che coinvolgono 13 circoscrizioni su 28".