di Stefano Casini
Fondatore dell'Associazione Trevisani dell'Uruguay che 4 anni fa compiva 40 anni di vita, é deceduto Luigi Libralesso, un uomo che ha lasciato profonde impronte nella nostra comunità.
Nasceva nel mese di agosto del 1928 in un paese che si chiama Santa Cristina in provincia di Treviso. Nasceva in una famiglia contadina ed essendo il quarto di 4 fratelli, ebbe la fortuna di non fare la guerra, anche se uno dei fratelli morì sul fronte russo.
Sua figlia Lidia Libralesso ha ricordato il grande amore che aveva per lui e tutta la famiglia, anche quella trevisana.
"Non potrò mai dimenticare che il mio papà é anche stato un grande nonno. Quando i miei figli erano piccoli, raccontava loro le sue storie, di quando aiutava mio nonno in campagna, anche delle mancanze che visse durante la guerra e poi quando, a 20 anni nel 1948, imprese il suo viaggio verso Buenos Aires. Il nonno Giovanni gli aveva chiesto di mandare, appena potesse, un po' di soldi per la famiglia in Italia. Ha studiato in Italia costruzione, amava i mattoni e il calcestruzzo ed era molto orgoglioso per aver collaborato nella costruzione del campanile della chiesa di Quinto di Treviso.
La prima tappa quindi fu Buenos Aires, ma quando giunse in Uruguay?
"Arrivò al Porto de la Boca con una mano davanti e l'altra di dietro. Il principio fu durissimo ma trovò lavoro in una piccola compagnia di costruzione e lavorava 14 ore al giorno, per fare un po' di soldi per mandarli in Italia. La prima notte nella capitale argentina dormì in un materasso messo sul pavimento e si svegliò pieno di piaghe sul corpo: un compagno di lavoro gli disse che il materasso era pieno di cimici e per questo era in quelle condizioni. Siccome, in quell'epoca era molto difficile mandare denaro dall'Argentina in Italia, un amico gli disse di andare in nave a Montevideo, dove era tutto molto più facile per spedire. Appena giunse a Montevideo si innamorò del luogo, quindi, quando riuscì a fare un gruzzoletto per venire in Uruguay. Furono quasi 5 anni durissimi per lui, dato che già si era fidanzato con la mia mamma, Gina Polín e soltanto si potevano scrivere lettere che impiegavano settimane per arrivare a destino. Si conobbero da adolescenti a Quinto di Treviso e nacque un amore che durò tutta la vita. Mamma è morta nel 2013. Si sposarono per procura e poi qui a Montevideo quando giunse dopo appunto questi 5 anni di lettere."
E come inizio la storia in Uruguay?
"Quando arrivò a Montevideo, papà già aveva fatto un gruzzoletto e comprò 4 piccoli terreni nel quartiere di Maroñas, costruì da solo 4 casette, mentre lavorava per una compagnia. Più tardi decise di montare la propria compagnia. La ditta Libralesso, con tante ore di lavoro e molto sacrificio, riuscì a crescere, a crescere e cominciò a vincere appalti per la costruzione di case e palazzi. Tutto partendo da 0. Lui lavorava più dei suoi impiegati e pagava bene, tant'é vero che tutti lo amavano. In quell'epoca, quando c'erano ancora tanti italiani, papà lavorava molto per la costruzione di case e palazzi appunto per italiani, ma poi la ditta diventò grande e costruì un po' dappertutto."
Cosa ha lasciato tuo papà?
"Ha costruito un impero della costruzione in Uruguay partendo da meno 0. Ricordo quando raccontava che faceva fatica a pagare un caffellatte da 50 centesimi a Buenos Aires, ma in Uruguay, ha trovato la sua seconda patria, ha avuto due figli e ha lavorato sempre con un amore enorme"
Il Cavaliere della Repubblica Italiana Luigi Libralesso é stato forse l'ultimo dirigente dei grandi scomparsi della nostra comunità. Fondatore dell'Associazione Trevisana, chiude uno delle sue ultime interviste a GENTE D'ITALIA dicendo: "siamo gli ultimi".