Franco Esposito
La triste squallida storia di un bimbo che incontrò la fortuna e da grande l'ha scaraventata nella pattumiera. Campione di generosità, Diego Maradona l'aveva salvato nel 1986 con un partita di beneficenza organizzata ad Acerra, nell'hinterland di Napoli con il fine di raccogliere fondi necessari per un importante intervento chirurgico. La chiave per dare Luca Quarto, nato sfortunato, una vita normale.
Aveva un mese quando il padre Gennaro lo portò in braccio da Maradona, arrivato a Napoli da qualche mese appena. Fece da tramite un ex giocatore del Napoli, Pietro Puzone, anche lui di Acerra. Faceva parte del parco riserve, ma stava simpatico a Diego.
Il piccolo era nato con una malformazione congenita, la labioschisi. Non aveva il palato, naso e guancia erano inguardabili. Aveva bisogno di costosi interventi chirurgici praticabili solo all'estero. Operazioni maxifacciali di ricostruzione.
Diego si adoperò immediatamente. Prese in braccio il bambino, lo guardò, pensò a una partita di beneficenza, coinvolse i compagni di squadra. Regalò sorrisi e seerenità alla famiglia del bimbo. Era il 18 marzo 1985. Maradona giocò e diede spettacolo. Cinquemila persone affollarono le tribune del piccolo stadio di Acerra. Diecimila addirittura con quelli seduti nelle auto parcheggiate. Furono raccolti 72 milioni di lire, sufficienti per i cinque interventi ricostruttivi che Luca avrebbe subito in Svizzera.
Il Napoli Calcio, per quella partita, pagò ai Llyods l'assicurazione di 12 milioni, a copertura di eventuali infortuni. Quando il papà di Luca andò da Maradona per consegnargli i 12 milioni versati ai Lloyds, Diego disse "Tienili". Una storia poi raccontata a "C'è posta per te", il porgramma Mediaset condotto da Maria De Filippi. Commosso il campionissimo argentino nel momento in cui rivide il bell'adolescente, dopo diciassette anni. Abbracciò Luca, piangendo.
Trentasette anni dopo, il bimbo diventato grande di età è finito in galera. Arrestato come un qualsiasi volgare spacciatore a Belleria Igea Marina, non lontano da Rimini: aveva con sé cinquanta grammi di droga. Giocatore di poker, viveva in Romagna. Dove è stato bloccato, ora è in attesa del processo per spaccio di stupefacenti, fissato dai magistrati per il 24 ottobre. Il Gip ha revocato anche il reddito di cittadinanza.
Luca Quarto, 33 anni, e Maradona si incontrarono nel 2002, auspice la trasmissione televisiva "c'è posta per te". L'abbraccio a certificare la loro prima volta dopo il 1985. L'anno della partita nel fango ad Acerra. Alla morte di Diego, novembre 2020, il bambino guarito grazie all'interessamento del famoso calciatore poi cresciuto evidentemente in maniera disastrosa, ricordò il suo benefattore con frasi che esprimevano enorme riconoscenza e gratitudine: "Ho perso un secondo padre, a Diego devo tutto, gli sarò grato per sempre". Ma all'epoca della prematura fine di Diego Maradona, lui aveva già fatto ingresso nel giro di giocatori di poker professionisti.
Una vita rovinata anche a causa della situazione familiare in cui è malcresciuto il bamibno salvato da Maradona. Papà Gennaro viveva di rapine, furti, contrabbando. Cammorristello, frequentava gli uomini del clan Misso della Sanità. Un collaboratore di giustizia lo tirò in ballo come uno degli esecutori dell'omicidio di Anna Parlato Grimaldi del 1981, a Posillipo. La posizione di Luca fu poi archiviata. Il suo nome circolò anche nell'indagine per l'omicidio di una donna che aveva avuto conrasti con la moglie del capoclan Giuseppe Misso. Anche questo processo fu archiviato. Gennaro Quarto morì in agguato il 22 febbraio 2011. Mai scoperto chi diede l'ordine di ucciderlo. Una vita segnata dai tormenti quella di Gennaro detto 'o pazzo per le suet matte stravaganze.
Una volta si presentò scalzo in tribunale. Senza le scarpe, fingendosi incapace di intendere e di volere. "L'ho fatto perché mi avevae chiesto di presentarmi a piede libero". La battuta seminò incredulità nell'ambiente del tribunale: ma questo è o ci fa?
Luca era andato a vivere a Rimini con la mamma, gestore di un negozio di costumi da bagno. Visto com'è finito da grande l'ex bambino salvato da Maradona, si può dire anche che le loro sono vite intrecciate. Diego schiavo della cocaina aveva salvato un bambino destinato a spacciare quella stessa droga. Una storia tristissima, di uno squallore senza fine.