di Silvana Mangione
Il Console Generale di San Francisco, Sergio Strozzi, mi ha gentilmente invitata alla Italian Heritage Day Parade, che si terrà il 9 ottobre, con inizio alle 12:30 in fondo a Jefferson e Powell Streets, nel Fisherman's Wharf, tempio della famosa fabbrica di cioccolata italiana Ghirardelli e antico luogo di lavoro dei nostri pescatori, arrivati con l'emigrazione di massa alla West Coast. Ringrazio il Console per aver contribuito a tenere vivo, anche sotto un altro nome, il nostro Columbus Day, che fu dichiarato Festa nazionale nel 1937 dal Presidente Franklin Delano Roosevelt. La Festa però è stata cancellata in parecchie città dalle proteste degli "Indigenous People", che attribuiscono alla scoperta dell'America, e di conseguenza a Cristoforo Colombo, una serie di mali: dall'introduzione di malattie alla schiavitù, malgrado virus e batteri all'epoca non fossero conosciuti e la prima nave carica di schiavi sia stata un vascello francese, approdato all'inizio del 1700 negli Stati del Sud. Prima di affrontare questo tema spinoso, che sta spaccando le nostre comunità ed è usato come cavallo di battaglia da alcuni candidati a plurime elezioni, vorrei rammentare due passaggi storici.
Alle 6:00 del mattino del 3 agosto 1492, Cristoforo Colombo parte da Palos de la Frontera con le tre caravelle Nina, Pinta e Santa Maria. Settanta giorni dopo, alle 2:00 della notte fra l'11 e il 12 ottobre, Juan Rodriguez Bermejo, dal castello di prua della Pinta, scorge una striscia di sabbia bianca, illuminata dalla luna e interrotta da una massa di rocce scure. È la scogliera di High Cay e Hinchingbrooke nell'isola di San Salvador.
Per Cristoforo Colombo sono le agognate Indie, finalmente raggiunte al termine di un viaggio irto di pericoli di navigazione e di possibili ammutinamenti delle ciurme. La vita, le testarde convinzioni, le sconfitte e i successi del grande genovese sono contenuti nei due splendidi volumi dell'On. Paolo Emilio Taviani, pubblicati per le celebrazioni del cinquecentenario della scoperta dell'America. Taviani era allora Vice Presidente del Senato, Presidente nazionale della F.I.V.L. – Federazione Italiana dei Volontari della Libertà (combattenti della Resistenza 1943-1945) e professore di Storia economica all'Università di Genova. I suoi scritti sono una minuta ricostruzione storica, dettagliata e non pregiudiziale, della biografia di Cristoforo Colombo. Però, per ovvie ragioni, non vi è menzione di due fatti importantissimi, che dovrebbero mettere in nuova prospettiva per tutti noi l'impresa di Colombo e che pochi gli collegano. Il 3 aprile del 1492, infatti, era morto a Firenze Lorenzo il Magnifico, gli era poi succeduto il figlio Piero, presto spodestato dai sostenitori del frate ferrarese Girolamo Savonarola, poco dopo bruciato al rogo dagli stessi fiorentini. Perché cito questo? In realtà, la morte di Lorenzo il Magnifico porta con sé l'epilogo del Rinascimento, che costituisce la conclusione gloriosa dell'Era Medievale, iniziata, secondo il Vasari, nel 476 con la caduta dell'Impero romano. Per la scoperta di Cristoforo Colombo, il 12 ottobre del 1492 diventa quindi la data d'inizio dell'Era Moderna, che terminerà nel 1789 con la Rivoluzione francese. Dobbiamo raccontare a tutti queste evoluzioni storiche, per far vedere nella giusta luce la grandezza dell'impresa di Colombo, che supera le possibili accuse ai comportamenti di un uomo del suo tempo, valutati invece in base alle conoscenze e ai principi moderni.
Lo capì il St. Tammany, o Columbian Order che dir si voglia, organizzando, nel 1792, il festeggiamento del terzo centenario della scoperta dell'America effettuata da un visionario che ha cambiato radicalmente la storia del mondo. È logico che gli emigrati italiani di allora, male accolti e denigrati, ne facessero il proprio simbolo, rivendicando a un'italianità ancora da costruire il merito dell'esistenza stessa del modello democratico federativo più antico del globo terracqueo: gli Stati Uniti d'America. Oggi, le nostre collettività lottano per impedire che siano deposte le Statue di Colombo, erette nelle maggiori città americane, e che il nome stesso del Columbus Day sia affiancato, o sostituito del tutto, da "Indigenous People Day". Finora questo non è avvenuto nelle città in cui Associazioni e Federazioni, regionali, culturali e professionali, figure di spicco e gente comune hanno perseverato nel trovare donazioni e spendere enormi energie per mantenere la propria parata. Quando a New York si levò alta la voce che chiedeva di abbattere la colonna con la statua di Colombo a Columbus Circle, dovemmo fermare gli "aiuti" esterni, che avevano ottenuto risultati negativi ovunque erano andati per guidare le forze locali. Noi rafforzammo le nostre quattro parate nel Bronx, Brooklyn e Queens, e la più famosa a 5th Avenue, e appoggiammo l'allora Sindaco Bill de Blasio che, invece di opporsi duramente ai potenziali rottamatori, aveva istituito un Comitato, che doveva schedare tutte le statue presenti nelle cinque municipalità e decidere quali tenere e quali no.
Ne censirono più di 2.000 e non si parlò mai più di toccare quella di Colombo. Vero è che negli anni che hanno preceduto lo scoppio del COVID, molte statue sono state tolte o macchiate di un rosso evocativo di sterminii. Ma le relative comunità si sono adoperate con perseveranza, hanno ripulito quelle deturpate dalla vernice sanguigna e, in molti casi, sono riuscite a riportarle al loro posto, usando gli strumenti della politica locale, e continuando testardamente a far sfilare le proprie parate. Il Console Generale di San Francisco sta sostenendo un titolo alternativo per proteggere e consolidare nel tempo la festa nazionale italoamericana.
Italian Heritage Day esalta il mese di ottobre, dedicato a lingua e cultura italiane, parla del retaggio aulico della nostra infinita capacità di creazione di bellezza, ma la ricorrenza rimane quella della scoperta dell'America. In questo modo, possiamo onorare anche le antiche tradizioni portate da chi, su navi sporche e sgangherate, nel piccolo fardello recato a bordo aveva messo i propri sogni, in molti casi realizzati contribuendo a costruire ogni Paese delle Americhe, scoperte da Cristoforo Colombo. E questo non lo può negare nessuno.